È stato presentato a Milano il rapporto Hong Kong Connections opportunità italiane, realizzato dal Dipartimento di Ricerca di Italy China Council Foundation (Iccf) per l'Hong Kong Trade Development Council (Hktdc). Lo studio analizza la relazione commerciale tra Italia e Hong Kong e le opportunità di collaborazione tra le due realtà.
Nel 2022 l’Italia si è classificata al quarto posto tra i Paesi dell’Unione europea per valore dell’interscambio commerciale con Hong Kong. La città ha esportato merci per un valore di 3,3 miliardi di dollari verso l’Italia e ne ha importato per 4,8 miliardi.
Le vendite di beni italiani a Hong Kong sono state trainate dalla moda di fascia alta, dall’elettronica e dai prodotti alimentari, mentre gli scambi di servizi tra Hong Kong e Italia hanno raggiunto 1,075 miliardi di dollari. La città, che conta circa 7,5 milioni di abitanti, era una colonia inglese, tornata alla Cina nel 1997.
Oggi mantiene la Common Law inglese, il dollaro locale invece dello yuan come valuta (è collegato a quello Usa) e un sistema di fiscalità autonomo favorevole agli investimenti esteri. Come è emerso dall’incontro di ieri, al quale ha preso parte Silas Chu, regional director Europe, Central Asia & Israel di Hktdc, Hong Kong ha un regime fiscale favorevole per le imprese: 8,25% di imposizione fino a 2 milioni di dollari locali di ricavi, poi si sale al 16,5% (in Cina è il 25%) e niente Iva.
Inoltre non vige il regime di doppia tassazione, quindi le imprese non pagano poi le imposte anche in Italia. A questo si aggiunga che il governo contribuisce con il 50% agli investimenti delle imprese estere in materia di ricerca e sviluppo. A fine mese, dal 29 febbraio al 4 marzo, avrà luogo la fiera internazionale dell’oro e dei gioielli a Hong Kong, per la quale si è già formata una lista d’attesa di aziende italiane pronte a partecipare. (riproduzione riservata)