Le prospettive dell’economia cinese sono state uno dei principali argomenti del dibattito tra manager e politici che si è svolto la settimana scorsa a Davos, in Svizzera. Il rallentamento in Cina è artificioso, creato ad hoc dai policymaker cinesi per prevenire la formazione di una bolla, è stata la posizione espressa da Jacob Frenkel, presidente di JPMorgan Chase International, braccio internationale della più grande banca americana.
«Il governo cinese sembra avere il controllo sull'economia» ha aggiunto Frenkel,secondo il quale le prospettive per l'economia globale non sono tanto cupe quanto sembrano aspettarsi in molti. «Il cielo è nuvolo, ma non è un segno della tempesta della crisi,» ha affermato il banchiere, 76 anni, economista di fama, per dieci anni fino al 2000 a capo della Bank of Israel,la banca centrale del paese. «Da fuori è piuttosto evidente che non ci si stia divertendo, ma la situazione non è così grave come alcune persone la fanno sembrare», ha aggiunto parlando con la Cnbc.
Sul livello dei cambi dello yuan si sono soffermati invece gli analisti di Unicredit, una delle due maggiori banche italiane. Il salto di quest'anno dello yuan può essere ricondotto all'operato delle autorità cinesi, che hanno «stabilizzato il tasso di cambio a livelli più alti in vista dei colloqui commerciali di marzo tra gli Stati Uniti e la Cina», hanno affermato gli analisti. Nonostante UniCredit avesse previsto una caduta dello yuan a 7 contro dollaro durante il primo trimestre del 2019, la valuta è arrivata a toccare il picco dei cinque e mezzo già a metà gennaio. «Per ora si può supporre che USD/CNY rimanga in fascia più bassa (6,65-6,75), ma nel medio termine è comunque meglio mantenere una visione critica dello yuan» hanno valutato a Unicredit. Venerdì scorso il cambio con il dollaro era a 6.7629.
Secondo Joerg Kraemer, economista capo di Commerzbank, una delle prime banche private tedesche, le politiche di incentivazione cinesi potrebbero incoraggiare la ripresa anche in Germania. «Nel medio termine sarà la Cina ad avere in mano le redini» ha affermato l’economista. «Stiamo contando sul pacchetto di incentivi del governo cinese, quindi ci aspettiamo che l'Ifo e gli altri indicatori di punta registrino una ripresa, benché lenta, dalla primavera in poi» ha aggiunto Kraemer. Commerzbank ha previsto una crescita economica dell'1,2% per il 2019 in Germania.
«Una cosa è chiara: anche se l'economia è in rallentamento, la Cina ha intensificato gli sforzi per sostenerla,» afferma Commerzbank. La People's Bank of China (Pbc) sta incoraggiando le banche commerciali a emettere prestiti perpetui per rafforzare la loro posizione patrimoniale, al fine di incoraggiare le banche a estendere più crediti all'economia. All'inizio del mese la Pbc ha annunciato un ulteriore taglio di 100 punti base al coefficiente di riserva, dopo un precedente taglio di 250 punti base effettuato durante l'ultimo anno che «riflette un allentamento monetario aggressivo».
Sulla stessa lunghezza d’onda della Pbc è la Banca Centrale Europea che manterrà la sua politica monetaria espansiva sul lungo periodo. Giovedì scorso la Bce ha modificato al ribasso la sua valutazione dei rischi per le prospettive di crescita dell'eurozona che fino a dicembre rimanevano ampiamente bilanciati.
Un ulteriore segnale nella stessa direzione è arrivato dalla bancacentral svedese, la Riksbank che ritornerà probabilmente a tassi di interesse negativi con l'obiettivo di stimolare l'economia in vista delle recessioni future, che ha annunciato il vice governatore Cecilia Skingsley durante un'intervista a Bloomberg TV a Davos. Skingsley ha affermato che la banca centrale è soddisfatta di come i tassi negativi introdotti nel 2015 si siano trasmessi all'economia svedese.