la Cina apre il suo mercato degli Etf da 157 miliardi di dollari agli investitori stranieri. Da oggi i fondi indicizzati low cost del gigante asiatico diventano direttamente accessibili dopo quattro anni di lavori da parte delle autorità di Hong Kong per raggiungere questo obiettivo. E' un nuovo segnale concreto della volontà del governo di coinvolgere maggiormente capitali esteri nei suoi settori finanziari con una politica che comunque resta improntata alla cautela
Infatti la novità per ora riguarda quattro Etf che iniziano le quotazioni nei listini di Shenzhen e Hong Kong. Si tratta comunque di un passo rilevante di un progetto più ampio che punta a connettere le due borse. I fondi di Shenzhen sono legati all'indice Hang Seng China Enterprises Index e all'S&P New China Sectors Index, mentre i due quotati a Hong Kong seguono il benchmark CSI 300 Index e un basket di azioni cinesi attive nel 5G. Questi Etf, come tutti i prodotti di questo tipo, sono diventati molto popolari presso il retail in tutto il mondo perché permettono di investire a basso costo. Circa 135 milioni di dollari sono stati raccolti in fase di pre-collocamento dall'Etf Icbc Csop S&P New China Sectors Etf.
Hong Kong è al lavoro dal 2016 per poter accedere agli Etf quotati in Cina. I programmi sono stati parzialmente ritardati per via di alcune complessità relative al clearing. Con un valore di 40 miliardi di dollari, il mercato degli Etf di Hong Kong è più piccolo rispetto a quello della Cina continentale anche se il suo primo prodotto indicizzato è stato lanciato cinque anni prima, nel 1999. Nella prima metà di quest'anno gli Etf in Cina hanno quasi raddoppiato il proprio valore.
Nelle varie borse mondiali sono quotati diversi Etf che si espongono al mercato azionario onshore della Cina, ma il problema è rappresentato da possibili disallineamenti nei prezzi fino al 15%, in parte a causa dei paletti imposti agli investimenti esteri in Cina. Invece in base all'accordo tra Hong Kong e Shenzen i nuovi Etf possono replicare meglio i benchmark cinesi perché i loro emittenti sono locali e non saranno soggetti a limiti. Gli investitori esteri infatti sono attualmente autorizzati a possedere non più del 30% in azioni denominate in yuan.
A differenza di altri principali mercati azionari negli Stati Uniti o in Giappone, in Cina non sono così popolari gli Etf tra gli investitori, anche se i costi possono essere molto più bassi rispetto ai fondi comuni, in parte a causa della limitata domanda di investimenti in azioni. Al contrario negli Stati Uniti stanno diventando sempre più complessi e diversificati da quando è nato il primo nel 1993. Il primo Etf cinese è stato lanciato da China Asset Management nel 2004 ma il mercato ha iniziato crescere in Cina solo dopo che Msci ha aggiunto azioni denominate in yuan ai suoi benchmark nel 2018. Il collegamento sul fronte degli Etf tra Hong Kong e la Cina continentale richiederà tempo per crescere, ma l'esperienza del programma del link sulle azioni lanciato nel 2014 tra le due parti potrebbe fare da modello. (riproduzione riservata)