MENU
Azienda Finanza

La Cina aspetta il 2020 per la ripresa dell'attività M&A

Tra gennaio e giugno c’è quindi stato un incremento dell’8% dei volumi dell’M&A domestico con 28 mega accordi, contro i 18 dei sei mesi precedenti e volumi in aumento del 12%. Di contro il valore delle operazioni estere si è dimezzato.La debolezza, secondo PwC dovrebbe continuare nella seconda metà del 2019.


21/08/2019 13:13

di Mauro Romano - Class Editori

L'M&A cinese si riprenderà nel 2020

Occorrerà attendere il 2020 per vedere una ripresa dell’attività di acquisizione e fusione in Cina. Nella prima metà dell’anno infatti, il valore delle operazioni è calato di quasi un quinto (-18%), scendendo 264 miliardi di dollari. Una flessione che PwC imputa al crollo delle operazioni all’estero e private equità. Se il valore scende non così è per i volumi.

Gli investimenti in tecnologia fanno da traino. Le big-tech del Dragone sono in prima fila nella campagna acquisti, emerge dall’analisi. Allo stesso tempo il trend registrato nel primo semestre dà conto di un ripiegamento sul mercato interno, anche per ovviare al minor numero di opportunità fuori dai confini, conseguenza delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Assieme alla tecnologia spiccano anche il settore dei consumi e la sanità.

Tra gennaio e giugno c’è quindi stato un incremento dell’8% dei volumi dell’M&A domestico con 28 mega accordi, contro i 18 dei sei mesi precedenti e volumi in aumento del 12%. Di contro il valore delle operazioni estere si è dimezzato. La ragione è dovuta al calo delle  operazioni più consistenti, mentre acquisizioni di medio o piccolo valore hanno mantenuto i livelli passati.

 Il primo semestre dell’anno ha infine certificate le difficoltà con gli Usa. La flessione degli investimenti sul suolo statunitense era già una costante da alcuni anni, ma negli ultimo mesi si sono aggiunte anche le difficoltà in Europa. Secondo un recente studio realizzato congiuntamente da Mercator Institute for China Studies (MERICS) e Rhodium Group (RHG), il 2018 si è chiuso con un crollo verticale degli IDE in arrivo dalla Cina, scesi a quota 17,3 miliardi di euro, il valore più basso da quattro anni a questa parte e il 40% inferiore rispetto all’anno precedente

In calo anche l’attività di private equity e di venture capital (-46%), con un volume totale in flessione di un terzo a 87 miliardi, ma comunque in linea con il 2017 e il 2016.

Le incertezze politiche dovrebbero proseguire fino a fine anno. Per la svolta occorrerà quindi attendere il 2020. Gli analisti guardano soprattutto ad alcuni fattori in particolare gli stimoli all’economia interna che potrebbero rilanciare ulteriormente le operazioni strategiche interne.


Chiudi finestra
Accedi