Lunedì 15 agosto la Banca centrale cinese ha tagliato i tassi di prestito chiave con una mossa a sorpresa per rilanciare la domanda poiché i dati hanno mostrato che l'economia ha rallentato inaspettatamente a luglio, con la produzione industriale e le vendite al dettaglio schiacciate dalla politica zero-Covid di Pechino e dalla crisi immobiliare.
In particolare, la produzione industriale è cresciuta del 3,8% a luglio rispetto all'anno precedente, al di sotto del +3,9% di giugno e del +4,6% previsto dagli economisti. Le vendite al dettaglio, tornate a crescere solo a giugno, sono aumentate del 2,7% rispetto a un anno fa, mancando le previsioni di una crescita del 5%. "I dati di luglio suggeriscono che la ripresa post-lockdown ha perso vigore quando la spinta una tantum delle riaperture è svanita e il boicottaggio dei mutui ha innescato un nuovo deterioramento nel settore immobiliare", ha affermato Julian Evans-Pritchard, economista cinese senior presso Capital Economics.
Gli investimenti immobiliari sono crollati del 12,3% a luglio
Gli investimenti immobiliari sono crollati del 12,3% il mese scorso, mentre il calo delle nuove vendite è aumentato al 28,9%. Per sostenere la crescita la People's Bank of China ha inaspettatamente abbassato i tassi di interesse sulle principali linee di prestito per la seconda volta quest'anno. La PBoC ha ridotto di 10 punti base sia il tasso MLF a 1 anno sia il tasso reverse repo a 7 giorni. Gli economisti prevedono che il taglio possa portare a una corrispondente riduzione dei tassi di prestito benchmark la prossima settimana. "A nostro avviso, si tratta di un sostegno tempestivo all'economia e al sentiment del mercato e rafforza l'ipotesi di una riduzione del loan prime rate (Lpr). Prevediamo che il 22 agosto sia il loan prime rate a 1 anno che quello a 5 anni saranno ridotti di 10 punti base. Tuttavia, oltre alla politica monetaria, sono necessari ulteriori sforzi per sostenere la crescita", hanno commentato gli esperti di Citi. (riproduzione riservata)