La Cina ridurrà il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche di 50 punti base a partire dal 5 febbraio, fornendo al contempo 1.000 miliardi di yuan di capitale a lungo termine per cercare di stimolare la crescita della seconda economia mondiale. Il Governatore della People's Bank of China, Pan Gongsheng, ha annunciato le misure in una conferenza stampa a Pechino. Ciò avviene dopo che la Cina ha promesso lunedi' di "rafforzare la stabilita' intrinseca del mercato" in seguito al crollo dei mercati azionari onshore e offshore del Paese. Si tratta della prima riduzione del coefficiente di quest'anno, dopo i due tagli del 2023.
La PBoC ha inoltre dichiarato che c'e' spazio per un ulteriore allentamento della politica monetaria. La riduzione dei requisiti di riserva che le banche devono mantenere aumenterà la capacità degli istituti di credito di estendere i prestiti e di stimolare la spesa nell'economia in generale. I dati pubblicati la scorsa settimana hanno mostrato che la seconda economia mondiale è cresciuta del 5,2% nel 2023, sostanzialmente in linea con le proiezioni ufficiali. Anche il Pil del quarto trimestre si è attestato al 5,2%, leggermente al di sotto delle previsioni. La ripresa post-Covid è stata poco brillante e i vertici di Pechino hanno ammesso che la ripresa sarà "tortuosa".
La Cina sta cercando di sostenere la crescita in modo mirato, progettando allo stesso tempo una riduzione dell'indebitamento nel settore immobiliare, un tempo molto fiorente, con alcuni dei suoi maggiori sviluppatori alle prese con gravi problemi. Ciò ha intensificato i rischi finanziari e ha fatto vacillare la fiducia dei consumatori.
La Cina, secondo indiscrezioni di stampa, starebbe studiando anche un pacchetto di salvataggio sostenuto da denaro offshore per arginare il crollo dei suoi mercati azionari in difficoltà. Le autorità cinesi starebbero puntando a ottenere circa 2.000 miliardi di yuan (278 miliardi di dollari), principalmente attraverso i conti offshore delle società statali cinesi, per aiutare a stabilizzare il mercato acquistando azioni onshore attraverso i mercati di Hong Kong. I responsabili politici cinesi avrebbero anche accantonato 300 miliardi di yuan di fondi locali che verrebbero utilizzati per investire in azioni onshore attraverso le società finanziarie statali China Securities Finance Corp. e Central Huijin Investment Ltd. (riproduzione riservata)