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Messina (Intesa): da accordo Usa-Cina una spinta per il pil

Secondo il ceo di Ca'de Sass un'intesa commerciale tra le due principali economie al mondo è inevitabile, con benefici sulle prospettive di crescita nel secondo semestre 2019. Attesa per i colloqui commerciali di martedì e mercoledì a Washington


28/01/2019 15:52

di Andrea Pira - Class Editori

Messina ottimista sull'accordo Usa-Cina
Carlo Messina

L’accordo commerciali tra Pechino e Wasghinton favorirà la crescita nella seconda metà dell’anno. Carlo Messina, ceo e consigliere delegato di Intesa SanPaolo, esprime ottimismo sulla convergenza delle due principali economie al mondo, per trovare un’intesa entro la scadenza del primo marzo che i presidente Donald Trump e Xi Jinping si sono dati per arrivare a un punto d’incontro.

“Nei prossimi mesi sarà inevitabile che venga trovato un accordo tra Usa e Cina”, ha spiegato il top manager di Ca’de Sass  a margine di un convegno a Milano. La soluzione farà quindi da stimolo alla crescita globale.  Entrando nello specifico della situazione italiana “ci sono componenti che riguardando alcune aziende  più collegate alla domanda interna e che hanno avuto un rallentamento per l'impatto dello spread”, ha sottolineato ancora Messina. Per aggiungere “credo che la manovra disegnata dal governo certamente porterà  diverse risorse nelle disponibilità delle famiglie. Queste saranno investire nei consumi e quindi anche sul fronte della domanda interna ci potrà essere un'accelerazione della crescita".

L’attenzione è tutta sui colloqui che il vicepremier e capo negoziatore cinese Liu He avrà il 30 e 31 gennaio a Washington con il rappresentate statunitense per il commercio, Robert Lighthizer, e con il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin. Le aspettative sono tante. Anche perché se le delegazioni dovessero fallire da marzo scatterebbero ulteriori 200 miliardi di tariffe su merci cinesi.

I colloqui nella capitale statunitense saranno ad ampio raggio. Liu He è uomo di fiducia del presidente Xi Jinping per le questioni economici. Nella due giorni di tavoli si spazierà dal ruolo che le grandi aziende di Stato hanno nell’economia cinese alla quota di soia Usa che Pechino è pronta ad acquistare.  L’ultimo round di colloqui ai primi di gennaio a Pechino, si è concluso con segnali di apertura. A grandi linee le condizioni sono note.  I cinesi dovrebbero rimarcare l’impegno a importare più merci dagli Stati Uniti e agire per tutelare la proprietà intellettuale. Ancora da chiarire l’eventuale meccanismo di verifica di attuazione dell’accordo, sollecitato dagli Usa.  


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