Nuova scossa al mercato finanziario cinese, e in particolare alla borsa di Hong Kong, dal caso Evergrande, il colosso dell'immobiliare stretto in una crisi di liquidità da mesi e, secondo gli analisti, sull'orlo del default, dopo che le obbligazioni quotate sui mercati internazionali sono scivolate sotto la pari.
La notizia di oggi è l'annuncio da parte del gruppo dei consulenti finanziari, Houlihan Lokey (China) e Admiralty Harbour Capital, per una valutazione della struttura del proprio capitale e per esaminare delle soluzioni per risolvere la stretta di liquidità.
In un comunicato alla Borsa di Hong Kong, dove Evergrande è quotata dal 2009, la società ha dichiarato che per il mese di settembre, alla luce delle attuali condizioni del mercato immobiliare, si aspetta che le vendite di proprietà affittate continueranno a diminuire, invertendo la tendenza standard del mese, di norma caratterizzato da un alto tasso di vendita.
Le vendite di immobili di Evergrande erano scese da 71,6 miliardi di yuan (9,4 miliardi di euro) di giugno a 38,1 miliardi di yuan (5 miliardi di euro) di agosto. "Le notizie negative che circolano sui media hanno smorzato la fiducia dei potenziali acquirenti di proprietà del gruppo", ha spiegato l'azienda.
La contrazione di queste vendite peserà sulla riscossione di risorse liquide, che a sua volta mette in una situazione di forte pressione il flusso di cassa e la liquidità del gruppo fondato alla fine degli anni 90 da Hui Ka-Yan, diventato uno degli imprenditori più ricchi del paese, che lo scorso agosto si è dimesso da presidente di Hengda Real Estate Group, una delle principali controllate di Evergrande.
Gli investitori globali in possesso di bond Evergrande hanno fatto scivolare il prezzo delle sue obbligazioni sotto il dollaro, un segnale che ritengono ci sia un'elevata probabilità di default. Evergrande è anche il principale emittente di junk bond in Cina e ha contratto prestiti aggressivi sia onshore che offshore per finanziare la sua rapida espansione negli ultimi anni.
La situazione si è complicata alla fine del 2020, quando i regolatori cinesi hanno chiesto agli sviluppatori di proprietà immobiliari, Evergrande compresa, di ridurre la leva finanziaria prima di contrarre ulteriori debiti. Al momento, l'azienda sta valutando attivamente di vendere i propri asset in diverse divisioni, tra cui China Evergrande New Energy Vehicle Group, ma non è ancora giunta a delle opzioni significative.
Alla fine di giugno, i debiti ammontavano a 88 miliardi di dollari, il 42% dei quali in scadenza tra meno di un anno. Nella prima metà dell'anno, inoltre, ha ceduto 2,2 miliardi di dollari di asset.
Lo scorso 31 agosto, Evergrande ha comunicato di aver sospeso alcuni progetti immobiliari dopo aver ritardato i pagamenti ai suoi fornitori e appaltatori, avvertendo per la prima volta che potrebbe non riuscire a rifondere i suoi prestiti, qualora non riuscisse a risolvere i problemi di liquidità.
All'inizio di questo mese, sia Moody's che Fitch Ratings hanno tagliato i loro rating di credito sulla società a un livello inferiore a quello dell'investment grade. Secondo gli analisti, l'attuale appetite per il rischio nel settore immobiliare cinese rimane debole, un dato dimostrato dai forti selloff degli investirori, mettendo pressioni sulle società immobiliari meno consolidate. (riproduzione riservata)