La Cina lavora alla creazione di un terzo listino da affiancare a quelli di Shanghai e Shenzhen. La nuova borsa, secondo quanto riferito dalla Reuters, avrebbe come obiettivo quello di intercettare i dual listing di società cinese già quotate all’estero, in particolare a Hong Kong e New York, ma in prospettiva punta a intercettare anche multinazionali straniere come Tesla. Il Consiglio di Stato, ossia l’esecutivo cinese, avrebbe dato indicazione all’autorità di regolamentazione dei mercati di studiare il dossier.
Sullo sfondo ci sono le tensioni tra Pechino e Washington. La Sec, la Consob statunitense, ha puntato un faro sulle quotate del Dragone, con la minaccia di cancellarle dal listino senza adeguamento agli standard di auditing Usa. La mosse cinese va inoltre inquadrata alla luce dell’ordine emesso dall’amministrazione Trump che vieta agli americani di investire in società cinesi con legami troppo stretti con l'apparato militare di Pechino.
Al momento, secondo i dati Refinitiv, sono 13 le quotate cinese negli Usa che hanno optato per quotazione secondaria. Tra queste Alibaba, Baidu e Jd.com. La scelta ricade soprattutto su Hong Kong. L’hub finanziario è la destinazione preferita in particolare per le imprese tecnologiche. Non a caso il numero di ipo nel primo trimestre è già balzato di oltre l’800%, come riportato dal South China Morning Post.
La prospettiva della terza piazza finanziaria della Cina continentale, intanto, ha già aperto le discussioni sul luogo che dovrà ospitare il nuovo listino. Una delle opzioni, secondo quanto riporta la Reuters, è la capitale Pechino, già sede di un piccolo listino. L’amministrazione locale starebbe infatti spingendo da anni per sviluppare la propria piattaforma in tal senso e discussioni sarebbero in corso da circa sei mesi
Intanto sul versante politico il ministero del Commercio cinese ha chiesto l'avvio di colloqui con gli Stati Uniti sulle principali questioni commerciali.
In un briefing settimanale il portavoce, Gao Feng, ha ribadito che l'imposizione unilaterale di dazi che non è positiva né per la Cina, né per gli Stati Uniti ne' per il mondo. Per Pechino i due Paesi affrontare le "preoccupazioni ragionevoli" di entrambe le parti. Essendo le due maggiori economie del mondo, l'essenza delle relazioni economiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti dovrebbe essere di reciproco vantaggio, ha affermato Gao. (riproduzione riservata)