Le grandi manovre sul fronte della tecnologia vedono intrecciarsi problematiche finanziarie con quelle produttive, protagonista da un lato Alibaba, gigante cinese dell'e-commerce e molto altro, dall'altro Apple con i suoi iPhone.
Alibaba sta studiando la quotazione della sua divisione internazionale di e-commerce sulle Borse americane attraverso un'offerta pubblica iniziale, per contribuire alla crescita del proprio business, secondo Bloomberg News, anche se il piano è ancora in fase preliminare e le dimensioni dell'Ipo non sono state definite, mentre l'azienda cinese continua a dialogare con le banche.
Se Alibaba procederà con l'Ipo, sarebbe la seconda azienda cinese del fast fashion a puntare ai mercati statunitensi nonostante le forti tensioni geopolitiche ed economiche tra Stati Uniti e Cina.
La divisione sarebbe una delle sei business unit in cui l'azienda sta riorganizzando le proprie attività per dare un'impronta più agile e autonoma alle sue attività. L'azienda aveva annunciato il piano a fine marzo, che prevede la riorganizzazione in una holding con sei affiliate focalizzate su cloud intelligence, servizi locali, logistica, media e intrattenimento digitali e commercio, ciascuno con i propri amministratori delegati e consigli di amministrazione.
«Il mercato è la migliore cartina di salvataggio e ogni gruppo di business e azienda può perseguire la raccolta di fondi e l'Ipo in modo indipendente nel momento in cui sarà», aveva dichiarato nel dare la notizia l'amministratore delegato e presidente Daniel Zhang.
Apple ha invece comunicato di avere registrato un fatturato record in India nel primo trimestre dell'anno, sottolineando il potenziale di quello che potrebbe diventare un mercato chiave per le vendite e per la produzione di iPhone.
Tim Cook, ceo dell'azienda di Cupertino, in call con gli analisti dopo la pubblicazione dei risultati del secondo trimestre, ha parlato di un "record trimestrale" per le sue attività in India e ha registrato una crescita "molto forte, a due cifre su base annua".
I ricavi netti dell'azienda si sono attestati a 94,84 miliardi di dollari nel secondo trimestre, e l'utile è salito a 24,16 miliardi, ma non sono stati forniti dettagli numerici sui singoli mercati.
Attualmente, il mercato indiano degli smartphone è dominato da telefoni con sistemi Android prodotti da Samsung e da operatori cinesi come Oppo e Xiaomi, con costi inferiori rispetto agli iPhone. Tuttavia, gli investitori osservano che c'è una classe media in crescita e che sta aumentando il numero di consumatori disposti a spendere di più per l'acquisto di dispositivi elettronici. Apple sta cavalcando l'onda e ha aperto i primi due store fisici nel Paese, uno a Mumbai e uno a Nuova Delhi.
Secondo Counterpoint Research, gli smartphone con un prezzo superiore ai 400 dollari rappresentano oggi il 10% del volume totale di telefoni spediti, rispetto al 4% del periodo precedente alla pandemia. Questa categoria di smartphone rappresenta il 35% del fatturato totale del mercato degli smartphone.
Parlando dell'opportunità offerta dal mercato indiano, Cook ha dichiarato che «sempre più persone passano alla classe media e sento davvero che l'India è a un punto di svolta».
La strategia di Apple in India, tuttavia, va oltre la semplice vendita di hardware. L'azienda sta cercando di trasformare il Paese in un polo strategico per ridurre la sua dipendenza dalla Cina nella produzione. Lo scorso anno ha iniziato ad assemblare l'iPhone 14 in India. Piyush Goyal, ministro indiano del commercio e dell'industria, ha dichiarato a gennaio che Apple punta a produrre il 25% di tutti i suoi iPhone in India. (riproduzione riservata)