La battaglia per lanciare sul mercato un chatbot di intelligenza artificiale che diventi leader di mercato assume una dimensione globale con l’ingresso del primo concorrente cinese, il colosso Baidu, controllato dallo stato, guidato dal ceo e fondatore Roben Li. Ieri la società, quotata a Hong Kong e al Nasdaq, ha annunciato che a marzo lancerà Ernie Bot, la versione made in China di ChatGpt.
Non si tratta di un progetto nuovo: in fase di sviluppo dal 2019, Ernie Bot ha l’obiettivo dichiarato di competere con OpenAi, è al suo terzo aggiornamento e consentirebbe già agli utenti di scrivere poesie e articoli o utilizzare istruzioni di testo per generare automaticamente immagini, secondo quanto dichiarato dall’azienda.
Una creazione pensata solo per il mercato cinese, tradizionalmente impermeabile alla tecnologia occidentale? Forse, anche se l’esperienza di Tik- Tok ha insegnato che Pechino ha saputo trasformarsi in un esportatore di tecnologia in grado di rivaleggiare (e anche di vincere) con le big tech americane.
Il titolo Baidu ieri a Hong Kong è cresciuto del 15% confermando il forte interesse degli investitori per questo genere di tecnologia. È noto che ChatGpt ha superato i 100 milioni di utenti in soli due mesi, diventando l’app con la crescita più rapida della storia.
A titolo di confronto va segnalato che Instagram ha raggiunto il traguardo dei 100 milioni dopo due anni e mezzo dalla nascita, TikTok ha impiegato nove mesi. L’annuncio della ChatGpt cinese peraltro è arrivato a poche ore da quello di Google, che confermando quanto anticipato la scorsa settimana ha svelato il lancio di Bard, il software di Ai di casa Alphabet.
Con una scelta comunicativa strategica la firma del post con cui Google ha scoperto le sue carte è stata affidata al ceo Sundar Pichai. Insomma, sconfiggere ChatGpt parrebbe essere la priorità strategica di Mountain View per due ordini di ragioni.
Primo, Microsoft ha messo in campo 10 miliardi per potenziare ChatGpt, sfidando Google nel suo territorio, quello delle ricerche web. Secondo, ChatGpt sta creando un modello di Ai avanzato che, se ben implementato, potrebbe rendere obsoleto il motore di ricerca più usato al mondo.
A differenza dei 13 milioni di utenti giornalieri di ChatGpt (dato di gennaio), Google, che dovrebbe inserire Bard vicino ai pulsanti di ricerca tradizionali, ha una base di oltre un miliardo di persone al giorno. Una differenza immensa che dovrebbe giocare a favore di Mountain View, vista la quantità pressoché infinita di dati ai quali può attingere il software.
ChatGpt parrebbe quindi svantaggiata, ma attenzione: il chatbot sviluppato da OpenAi esiste ed è già utilizzato, mentre quello di Google è ancora in fase embrionale. E la potenza di fuoco ed economica di Microsoft potrebbe permettere a ChatGpt di colmare in parte il gap di informazioni di cui Google è in possesso.
Proprio Microsoft, per tutta risposta, è passato subito al contrattacco: nella serata di ieri (ora italiana) l’amministratore delegato del gruppo, Satya Nadella, ha pubblicato un tweet in cui ha annunciato la nascita di una nuova versione di Bing, il motore di ricerca sviluppato dall’azienda, che sarà integrato da un sistema di intelligenza artificiale che «prende nozioni e progressi chiave da ChatGpt e Gpt-3.5 ed è ancora più veloce, più preciso e più capace». (riproduzione riservata)