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La mancata produzione in Cina blocca la crescita di Apple

I lockdown hanno ridotto gli approvvigionamenti alle catene di fornitura dello stabilimento di Zhengzhou, deprimendo le vendite dell'ultimo trimestre, per la prima volta da quattro anni. In calo di fatturato anche gli altri giganti del tech Usa, Amazon e Google


03/02/2023 14:53

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Tim Cook, ceo di Apple

I tre anni di record di vendite e profitti indotti dalla pandemia sono giunti al termine per Apple. La società di Cupertino ha presentato ieri i risultati del primo trimestre del 2023, mostrando il primo calo trimestrale del fatturato in quattro anni. Una performance su cui hanno pesato le interruzioni della produzione in Cina che hanno rallentato le attività dell'azienda.

Nei tre mesi conclusi a dicembre, Apple ha generato un fatturato di 117,2 miliardi di dollari, segnando una flessione del 5% rispetto a un anno prima, mentre l'utile netto si è attestato a 30 miliardi di dollari, in calo del 13%.

Nel trimestre delle festività natalizie, l'azienda ha fatto fatica a tenere il passo con la domanda per i suoi ultimi modelli di iPhone 14 Pro a causa degli sconvolgimenti provocati dalle politiche zero-Covid cinesi nella fabbrica Foxconn di smartphone a Zhengzhou, a cui ha fatto seguito a novembre un warning di Apple sulla produzione dell'iPhone 14 Pro.

«Abbiamo stimato che saremmo cresciuti con l'iPhone in assenza dei vincoli di fornitura», ha spiegato Tim Cook, il ceo, precisando che la «situazione macroeconomica è più difficile da stimare, ma è evidente guardando i numeri che abbiamo avuto dei venti contrari nel trimestre».

Apple è pero riuscita a rimettere in sesto la catena di approvvigionamento e aumentare la produzione di iPhone 14, grazie all'allentamento delle restrizioni Covid-19 in Cina. Gli analisti ora si aspettano che la domanda di iPhone venga spinta nell'attuale trimestre di marzo, anche se alcuni analisti hanno espresso pareri sul fatto che Apple potrebbe dover far fronte a una riduzione della domanda di iPhone e altri prodotti.

Anche gli altri giganti tecnologici americani hanno subito un rallentamento sia per quanto riguarda l'ultimo trimestre che nell'intero 2022. Nel caso di Alphabet, la capogruppo di Google, il quarto trimestre si è chiuso con ricavi pubblicitari - la principale fonte di entrate per il gruppo - pari a 59 miliardi di dollari in flessione del 3,6% rispetto al quarto trimestre del 2021, secondo calo delle entrate pubblicitarie dalla quotazione in Borsa nel 2004. 

Per Alphabet e per Google, i ricavi pubblicitari sono la gallina dalle uova d'oro, che generano oltre l'80% dei loro guadagni. Per risollevarsi e far fronte alla concorrenza anche in un altro settore chiave, quello dell'intelligenza artificiale, Google renderà disponibile al pubblico uno dei suoi più potenti programmi di intelligenza artificiale, LaMDA, o Language Model for Dialogue Applications. Oltre a questo, l'azienda sta studiando come trasformare i progressi fatti nel campo dell'AI in prodotti di consumo e sarebbe al lavoro su un software da contrapporre a ChatGpt di OpenAI, in cui colossi del tech come Microsoft stanno investendo miliardi di dollari.

Amazon, che pure vede nel suo futuro un rallentamento dei tassi di crescita, ha registrato invece un fatturato di 149,2 miliardi di dollari nel quarto trimestre, con una crescita del 9%, ma nei 12 mesi il fatturato è sceso del 2% e soprattutto l'utile è precipitato da 14,3 miliardi di dollari a 278 milioni.

L'azienda di Seattle sta puntando molto su Amazon Web Services, specializzata nel cloud computing e nell'intelligenza artificiale, ma lo scorso anno, tuttavia, anche Aws ha iniziato a rallentare e potrebbe mostrare segnali di debolezza per altri due trimestri. (riproduzione riservata)

 


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