LinkedIn, il servizio web di networking di Microsoft, nonché l'ultima rete di social media statunitense che operava apertamente in Cina, chiuderà la propria pagina web nel Paese. L'azienda ha fatto sapere oggi che la decisione è conseguente a "notevoli sfide operative" e "maggiori requisiti di conformità in Cina".
Lo scorso marzo, l'autorità di regolamentazione delle società di Internet della Cina aveva chiesto a LinkedIn di adeguare i propri contenuti alle leggi locali, fissando una scadenza a 30 giorni, secondo persone vicine al dossier.
Negli ultimi mesi, LinkedIn ha informato diversi attivisti per i diritti umani, accademici e giornalisti focalizzati sulla Cina che i loro profili erano stati bloccati nel Paese per la presenza di contenuti proibiti.
Ora, l'azienda sostituirà il suo servizio di networking in Cina con un servizio di job board privo di funzionalità ascrivibili ai social media, come la possibilità di condividere opinioni e notizie.
L'uscita di LinkedIn dalla Cina é l'ultimo capitolo della lotta che le società tecnologiche occidentali hanno dovuto affrontare in Cina, che ha un apparato di censura tra i più rigidi al mondo. Twitter e Facebook sono bloccati dal 2009. Google ha lasciato il mercato nel 2010 dopo aver rifiutato di censurare i risultati sul suo motore di ricerca.
Anche l'app di messaggistica Signal e Clubhouse sono state bloccate quest'anno. Gli utenti più esperti possono ancora accedere a questi servizi occidentali attraverso soluzioni alternative, come reti private virtuali o VPN, ma molte persone non li usano.
LinkedIn ha debuttato in Cina nel 2014, dopo aver accettato una serie di concessioni per aderire alle regole di censura locali. Microsoft ha acquistato la piattaforma due anni dopo. Dopo sette anni di attività in Cina, LinkedIn ha dichiarato di non aver "riscontrato lo stesso livello di successo negli aspetti più social della condivisione e dell'informazione" come in altri mercati.
Microsoft, casa madre di LinkedIn, ha un rapporto difficile con la Cina, dove ha combattuto per anni contro la pirateria del suo software. LinkedIn era un punto di luce per l'azienda nel Paese, con oltre 50 milioni di utenti locali. Nonostante questo, le autorità di Internet non le hanno concesso alcun trattamento privilegiato.
Il presidente di Microsoft Brad Smith ha dichiarato ai giornalisti a settembre che la Cina costituiva meno del 2% delle entrate della società tecnologica e che tale percentuale è in calo negli ultimi anni. (riproduzione riservata)