MENU
Azienda Information Technology

Ren, Cina e Usa collaborino per trainare l'economia globale

Il ceo di Huawei, fondatore del colosso della telefonia e singolo maggiore azionista, ha risposto alle domande dell'emittente americana Cnbc, partner in Italia di Class Editori, sulle questioni calde: spionaggio industriale, guerra commerciale, modello di sviluppo, intelligenza artificiale e impatto sul mercato del lavoro


19/04/2019 11:21

di Arjun Kharpal - Cnbc

ren
Il presidente cinese Xi Jinping e Ren Zhengfei

La sicurezza dei dati degli utenti? Huawei l’ha sempre garantita. Spionaggio per conto di Pechino? Mai fatto. L’attacco degli Usa nei confronti del colosso cinese delle tlc? Va interpretato nell’ambito della guerra commerciale in corso tra Pechino e Washington. Trump? Con il taglio delle tasse si è dimostrato un grande presidente, ma l’ostilità nei confronti di aziende straniere potrebbe ritorcersi contro di lui in termini di investimenti stranieri negli Usa. Apple? È il modello cui Huawei si ispira. L’Intelligenza Artificiale? Presto cambierà il mondo, in meglio. Parla chiaro e a 360 gradi Ren Zhengfei, ceo e fondatore di Huawei, in  questa intervista rilasciata a Cnbc

Domanda. Nel mondo alcuni governi criticano il rapporto di Huawei con il governo cinese e dicono che il gruppo potrebbe svolgere attività di spionaggio per conto di Pechino. Come risponde?

Risposta. Huawei ha sede in Cina, quindi si attiene alle leggi cinesi e paga le tasse al governo cinese. Il nostro rapporto con il governo cinese si basa principalmente su questi due punti. I nostri rendiconti finanziari sono controllati dalla Kpmg, che può mostrare chiaramente se siamo o meno sostenuti dal governo cinese. Siamo diventati ciò che siamo oggi con le nostre forze.

D. Ma ci sono critici che additano certe leggi nazionali sull’intelligence che costringono le compagnie cinesi ad aiutare il governo con il lavoro di intelligence nazionale, se richiesto. Se il governo cinese le chiedesse di consegnargli i dati, come reagirebbe?

R. Il governo cinese richiede sempre alle imprese cinesi di rispettare le regole e le leggi internazionali del Paese in cui operano. E la Cina non ha alcuna legge che richieda alle società di installare backdoor o raccogliere intelligence straniera. Il premier Li Keqiang ha ribadito questo punto in una conferenza stampa a seguito di una recente sessione del Assemblea Nazionale del Popolo. Li ha ripetutamente detto a tutti i nostri dipendenti di non installare backdoor sulle reti. Questo corrisponde alla posizione dei leader dello stato cinese sulle backdoor, quindi non le installeremo mai sulle nostre apparecchiature. Anche se ci venisse imposto, Huawei non le installerebbe comunque. Se venisse trovata una sola backdoor anche in uno dei Paesi in cui operiamo, le nostre vendite si ridurrebbero anche in tutti gli altri Paesi. Poi, un gran numero dei nostri dipendenti si dimetterebbe, mentre io non posso andarmene. Dovrei ripagare decine di miliardi di dollari di debiti.

D. Quali garanzie può dare ai clienti sulla sicurezza dei loro dati?

R. Abbiamo lavorato a stretto contatto con i nostri clienti per 30 anni. Ciò dimostra che la nostra attrezzatura è sicura. Nei prossimi 20 o 30 anni non faremo mai nulla che comprometta la sicurezza e resteremo al sicuro. Le reti appartengono ai nostri clienti, non a noi. Forniamo solo l’attrezzatura necessaria per costruire queste reti. Anche le informazioni che fluiscono attraverso le reti appartengono ai nostri clienti, non a noi. Non abbiamo bisogno delle informazioni dei clienti. Pertanto sarebbe impossibile per noi fornire informazioni sui clienti a terzi.

D. Ci sono alti funzionari del governo che a volte parlano in  difesa di Huawei. Per l’azienda ciò è utile o si rivela un boomerang?

R. Innanzitutto, è comprensibile che i leader di governo siano orgogliosi delle grandi compagnie del loro paese. In secondo luogo, Huawei è bloccata in una situazione estremamente difficile: gli Stati Uniti stanno lanciando attacchi intensi contro di noi. Se il governo degli Stati Uniti parla male di Huawei, perché il governo cinese non può parlare a nostro favore? Ciò crea una sorta di equilibrio. In passato, nessuno ci ha difesi. In questo momento, il sostegno del governo cinese potrebbe non aiutare le nostre vendite, ma va anche detto che  quando il governo americano ci critica, in fondo dice al mondo quanto sia grande Huawei. In realtà quello che fa il governo degli Stati Uniti è farci una buona pubblicità. Alcuni politici statunitensi criticano Huawei ovunque vadano.

D. Ritiene che Huawei sia una pedina nella più vasta guerra commerciale in corso tra Usa e Cina?

R. Non so di cosa siano in cerca gli Stati Uniti e non abbiamo idea di come risolveranno le dispute commerciali. Ma non penso che Huawei possa aiutare a risolvere le dispute tra Stati Uniti e Cina. Se ci troveremo nel mezzo, saremo schiacciati come un’anguria quando queste due potenze si scontreranno. Non abbiamo molta influenza sulle relazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. In secondo luogo, non vendiamo granché nel mercato statunitense, quindi non subiremo alcun divieto di vendita. Non saremo nemmeno influenzati dall’aumento dei dazi. Se gli Stati Uniti credono di poterci usare come pedina, direi che probabilmente hanno sbagliato azienda. Risolveremo le nostre questioni con gli Stati Uniti per conto nostro.

D. Gli Stati Uniti hanno esercitato forti pressioni su alcuni alleati in Europa, ad esempio Germania e Regno Unito, per bloccare Huawei dalle reti 5G. Ritiene ancora che l’Europa sia aperta a Huawei?

R. Penso che i nostri clienti europei conoscano già bene Huawei, dato che lavoriamo con loro da quasi 30 anni. In secondo luogo, i clienti hanno il diritto di fare le proprie scelte. Non scelgono certi beni solo perché lo dice un politico. Quindi non penso che ci sarà un impatto significativo sul business di Huawei. In Europa, incontreremo alcune difficoltà a breve termine, ma non ci sarà alcun impatto sulla nostra attività. Le vendite del nostro consumer business sono aumentate di oltre il 70% nel primo trimestre dell’anno e le apparecchiature di rete sono cresciute del 15%. La Germania ha proposto l’istituzione di una convenzione globale unificata che impedisca a tutti i fornitori di apparecchiature di installare backdoor e impone loro di firmare un accordo antispionaggio. Siamo favorevoli a questo. Noi sosteniamo standard globali unificati che stabiliscono che l’installazione di backdoor costituisce un reato. Inoltre, spingeremo il governo cinese a firmare un accordo sulla sicurezza informatica con il governo tedesco. Rispetteremo gli standard europei di sicurezza informatica e il Gdpr. Nei prossimi cinque anni investiremo più di 100 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo per ristrutturare le nostre reti. In particolare, costruiremo le reti più semplici, garantiremo la sicurezza informatica e proteggeremo la privacy degli utenti. Aumenteremo anche i nostri ricavi di vendita, che ora superano i 100 miliardi di dollari, a circa 250 miliardi di dollari. L’Europa ci capirà quando vedrà quanti sforzi stiamo mettendo in campo? Se lo farà, i Paesi compreranno alcuni dei nostri prodotti.

D. Sua figlia Meng Wanzhou è stata estradata negli Stati Uniti. Che cos’ha provato quando l’hanno arrestata a dicembre?

R. Penso che i miei figli siano cresciuti senza affrontare troppi sacrifici, quindi un po’ di difficoltà può solo fare bene. Le ferite la renderanno più forte e, sin dai tempi più antichi, gli eroi nascono in mezzo alle avversità. Penso che questa sfida farà bene a mia figlia. Questo momento difficile la renderà più forte e la preparerà ad accogliere le grandi cose che la attendono, quindi lascio che affronti quello che le sta succedendo.

D. Avete parlato di recente?

R. Ci sentiamo spesso al telefono, parliamo della nostra famiglia. Non parliamo d’altro perché sappiamo che le nostre comunicazioni vengono intercettate.

D. Pensa che sua figlia sia un ostaggio della guerra dei dazi?

R. Forse. In merito alle accuse rivolte a Meng Wanzhou e a Huawei, il dipartimento della Giustizia statunitense ha denunciato Huawei, che si è dichiarata non colpevole in tribunale. Inoltre abbiamo denunciato il governo statunitense a Dallas. Quest’ultimo ha l’obbligo di presentare le prove a sostegno delle accuse contro Huawei mentre la causa procede. Perciò lasciamo la questione al giudizio del tribunale. Le negoziazioni tra Cina e Usa non hanno nulla a che fare con Huawei.

D. Che cosa pensa di Trump?

R. Vorrei rispondere senza fare riferimento a come la sua amministrazione ha trattato Huawei. E allora direi che è un grande presidente. È il primo presidente di uno Stato democratico ad avere ridotto sensibilmente le tasse in tempi molto brevi. I tagli che ha introdotto stanno dando un nuovo impulso alle imprese. Trump comunque ha anche i suoi limiti. Se continuerà a intimidire le aziende e i Paesi esteri, oltre a incarcerare le persone in modo casuale, chi si assumerà il rischio di investire negli Usa? E se nessuno si azzarderà a investire negli Usa , come faranno a sopperire alle mancate entrate fiscali? Ecco il limite della strategia di Trump. Gli Usa non hanno bisogno della violenza per conquistare il mondo.

D. Ha detto di non avere parlato con Donald Trump, ma se si trovasse nella stessa stanza con lui che cosa gli direbbe?

R. Gli direi che dobbiamo collaborare. Gli Usa hanno bisogno di un mercato come quello cinese e la Cina ha bisogno della tecnologia statunitense. La cooperazione fra i due Paesi può trainare l’economia globale lontano dai problemi. Gli direi semplicemente questo.

D. Chiaramente non siete presenti sul mercato statunitense da un po’, dal momento che Huawei è in causa con il governo Usa. Il vostro obiettivo è tornare nel mercato statunitense o semplicemente di provare la vostra innocenza?

R. Vogliamo che il governo statunitense tratti Huawei in modo equo e senza alcun pregiudizio. Il nostro ritorno su quel mercato dipende dalla volontà dei clienti di acquistare da noi. Non da quello che Trump afferma.

D. Lei ha detto che Huawei vuole diventare il numero uno nel mercato degli smartphone e che spesso vi siete ispirati ad Apple. Steve Jobs e Tim Cook sono riusciti a trasformare Apple in un brand iconico. Pensa che Huawei sia arrivata a questo punto?

R. Penso che Steve Jobs fosse un uomo fantastico, non solo perché ha creato la Apple ma perché ha inaugurato una nuova era, l’era dell’internet mobile. Apple è una grande azienda perché ha sempre puntato ad ampliare il mercato, non a restringerlo. La sua struttura le consente di vendere a prezzi elevati mantenendo una qualità altrettanto elevata. Quanto a Huawei, nella sua storia ha fatto qualche errore. In passato stabilivamo i prezzi in base ai nostri costi, che erano relativamente bassi per due motivi. In seguito, con l’innalzamento dei prezzi abbiamo cominciato a guadagnare di più. Ma non distribuiremo gli ulteriori ricavi fra dipendenti e azionisti. Al contrario, li useremo per finanziare le università e gli scienziati per le loro ricerche ed esplorazioni per il futuro. In questo modo, saremo in grado di creare prodotti leader a livello mondiale.

D. Parte del budget destinato a R&S è stato impiegato per il 5G e i microchip. State iniziando a pensare a come la vostra proprietà intellettuale, in questo caso come i chip, potrebbe essere utilizzata e venduta a terze parti come Apple?

R. Siamo aperti a discuterne con Apple.

D. Lei è spesso visto come un visionario in Cina nel mondo della tecnologia. Steve Jobs è conosciuto più a livello internazionale, lei meno. Come mai, secondo lei?

R. Perché in realtà non conosco la tecnologia così bene e non ho inventato nulla.

D. Eppure ha fondato la più grande azienda di telecomunicazioni del mondo.

R. Non mi intendo di tecnologia, gestione o finanza. Io sono solo un collante. Ho riunito i nostri 180 mila dipendenti e li ho incoraggiati a proseguire. Quindi è impossibile per me godere dello stesso prestigio di Jobs. Quando lo stato voleva darmi dei premi per tutto questo mi sono vergognato. Io non sono l’unico responsabile di questi risultati, e non dovrei essere io a ricevere onorificenze.

D. Pensa che la tecnologia per la società sia una forza positiva o negativa?

R. Sono convinto che l’emergere dell’Intelligenza Artificiale accelererò il progresso sociale. Gli Stati Uniti hanno una tecnologia altamente sviluppata, ma hanno anche una carenza di manodopera. Con l’IA i lavoratori saranno dieci volte più efficienti, quindi gli Stati Uniti saranno una grande potenza tecnologica con una produzione pari a quella di 3 miliardi di persone. (riproduzione riservata)


Chiudi finestra
Accedi