Shenzhen e Pechino saranno le mete cinesi dell’Erasmus per le start up italiane. Il ministero dello Sviluppo economico ha ottenuto dal ministero della Scienza e tecnologi cinese l’ok a “field trip” ossia visite sul campo nelle due città per le imprese innovative nell’abito del programma Global Start Up. A darne notizia è stato il sottosegretario Michele Geraci al termine dell’incontro con l’omologo Zhang Jianguo.
Il programma nasce su iniziativa congiunta del Mise e dell’Ice ed è destinato a 120 start-up innovative italiane che intendono rafforzare le proprie capacità tecniche, organizzative e finanziarie per affrontare nuovi mercati con particolare riferimento a Ict, automotive e robotica, medtech, circular economy e altri settori innovativi.
L’iniziativa è divisa in due fasi. Nella prima le aziende con un percorso di formazione in aula consolideranno le competenze tecnico-manageriali sull’internazionalizzazione, sulla proprietà intellettuale e sul project work. La seconda fase avrà invece una caratterizzazione pratica indirizzata ai manager con periodi all’estero da 3 a 6 mesi, ospiti di incubatori selezionati nei paesi focus: Regno Unito, Stati Uniti d'America, , Giappone, Corea del Sud Slovenia e appunto Cina.
Un rapporto quello tra start-up italo cinesi che il governo intende coltivare anche attraverso l’intesa siglata lo scorso 23 marzo, in occasione della visita del presidente Xi Jinping in italia. Uno dei 29 accordi che accompagnano l’adesione dell’Italia alla nuova Via della Seta ha infatti come obiettivo favorire la cooperazione scientifica e tecnologica tra startup dei due Paesi
Nell’intesa, spiegava il Mise, è prevista anche un’attività di promozione di parchi scientifici e tecnologici, cluster industriali e investimenti in venture capital che possano consentire alle start up innovative una prospettiva di crescita internazionale, attraverso lo scambio di conoscenze, di processi e di persone. Il documento garantisce inoltre massima attenzione al tema della proprietà intellettuale per evitare che le aziende vengano penalizzate dalla condivisione di informazioni di natura industriale che possano avere rilevanza di carattere competitivo.
La scelta di Pechino e Shenzhen non è casuale. La metropoli nel Guangdong è considerato il centro della Silicon Valley cinese, ed è lì che sono nati i due colossi delle telecomunicazioni Huawei e Zte. Nella capitale spicca invece il parco tecnologico di Zhongguancun, il principale polo tecnologico-scientifico della Cina.