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A Hong Kong torna il lusso, ma sono lontani i record pre-Covid

Riaperture e investimenti dei brand internazionali segnano la ripartenza nell'ex colonia britannica, con un mercato che vale 5 miliardi di dollari, lontano dagli 8 miliardi dello scorso decennio. Secondo Boselli, Italy China Council Foundation, la ripresa sarà a macchia di leopardo, ma migliore della media cinese


13/12/2023 12:07

di Federica Camurati - Class Editori

settimanale
Il negozio Louis Vuitton a Hong Kong

È bastata una mossa di Lvmh a decretare la ripartenza di Hong Kong. O quantomeno, a riaccendere i riflettori della moda su una metropoli da sempre in grande fermento. A fare da apripista è stata la sfilata pre-fall 2024 dell’uomo Louis Vuitton sulla Avenue of stars, la seconda collezione firmata Pharrell Williams.

Poi è arrivato l’annuncio che la città farà da cornice anche a Dior, che nei primi mesi del prossimo anno presenterà qui il menswear fall 2024 by Kim Jones. Torna così a concentrare su di sé l’attenzione del pubblico internazionale uno tra i principali hub di tutto il Far East, una città un tempo molto vivace anche per il settore fashion & luxury che tuttavia negli ultimi anni sembrava essersi spenta. Durante la pandemia di Covid si pensava addirittura che questo mercato fosse destinato a non riprendersi più, messo in ombra da altre località asiatiche come Seoul o l’isola di Hainan che hanno nel frattempo rubato la scena all’ex colonia britannica.

Ma secondo gli analisti, le cose stanno per cambiare. «Dopo un biennio segnato da una pandemia globale e da un anno di chiusura delle frontiere in Cina, stimiamo che nel 2023 il mercato del lusso a Hong Kong segnerà una crescita a doppia cifra, nonostante il complesso panorama geopolitico e macroeconomico», ha spiegato a MFF Federica Levato, senior partner e responsabile Emea moda e lusso di Bain & company. «Il valore del mercato di beni personali di lusso a Hong Kong si attesta attualmente sui 3-5 miliardi di euro, ancora lontano dal picco di circa 8 miliardi di metà degli anni 2010s, poi progressivamente eroso. La località ha riconquistato il primato di mercato a più alta spesa pro capite per beni di lusso, affermandosi come zona ad altissima concentrazione dei cosiddetti high net worth individual, i clienti con un potere d’acquisto più elevato, nonché come fondamentale destinazione di flussi turistici dalla Cina». 

Il 2023 ha infatti segnato l’inizio di una ripresa decisiva del turismo, nonostante il numero atteso di visitatori sia pari a circa un terzo rispetto agli anni d’oro antecedenti la pandemia. La riapertura della Cina continentale, sottolinea l’esperta della società di consulenza, ha sicuramente contribuito a generare un incremento della spesa di lusso turistica a seguito di un anno di chiusure caratterizzato in gran parte dal consumo locale.

«Tuttavia, se confrontato al periodo pre-crisi, il mercato è andato incontro a cambiamenti strutturali e risulta ancora lontano dall’incidenza della spesa turistica raggiunta in passato», ha precisato Federica Levato. «L’emergere di nuove hot destination di lusso in Asia, fortemente appetibili per la Cina e per gli stessi consumatori cinesi, sta infatti spostando parte dei flussi turistici lontano dalla metropoli, mettendo a rischio il suo ruolo di polo centrale di visite da parte di viaggiatori internazionali e turisti locali alto-spendenti».

Indiscutibilmente, comunque, fattori quali la posizione strategica, l’economia solida, l’assenza di dazi doganali e di imposte di vendita rendono ancora Hong Kong un luogo estremamente interessante agli occhi dei maggiori luxury brand. E viceversa, perché anche la metropoli sembra avere tutte le intenzioni di tornare agli antichi fasti alleandosi con le aziende occidentali.

Lo dimostrano le ultime mosse di Adrian Cheng, il businessman fondatore del gruppo K11 appartenente alla terza generazione di una delle famiglie imprenditoriali più importanti di Hong Kong. Cheng non solo ha recentemente investito nel brand 1017 Alyx 9sm dello stilista Matthew Williams, ex direttore creativo della griffe Givenchy di Lvmh, rilevandone la maggioranza, ma ha anche invitato la maison Louis Vuitton a sfilare all’interno del suo distretto culturale Victoria dockside lo scorso 30 novembre.

 «Hong Kong è passata attraverso diversi inferni ultimamente. Per questo ci fa piacere supportare una città che, dal lato business, ci ha sempre dato tantissimo», ha raccontato a MFF il presidente e CEO di Louis Vuitton, Pietro Beccari, a margine dello show. «La città sta tornando a dei livelli fantastici per noi, al di là del 2019. Credo che per tanti altri marchi sia così, perché il business sta tornando. È vero, oggi c’è anche Macao che è incentivata dal governo cinese a creare altre fonti di entrate legate all’entertainment, oltre al gaming. Ci saranno miliardi e miliardi di investimenti. Tanti da Hong Kong si spostano a Macao per il weekend. C’è un legame tra le due città che non c’era prima», ha concluso il manager. Secondo diverse fonti di mercato, inoltre, sarebbero anche le stesse autorità governative a invitare le aziende occidentali a organizzare eventi e iniziative speciali volte a valorizzare nuovamente la città.

«Il panorama del mercato di lusso a Hong Kong risulta profondamente trasformato sia dalla crisi pandemica sia dalle incertezze geopolitiche e macroeconomiche che si sono ripercosse sul settore», ha proseguito Levato. «Hong Kong, già nel pre-pandemia, stava assistendo a una riduzione costante dei flussi di traffico in negozio, legati a una transizione del turismo cinese da intra-regionale, quindi tra Hong Kong e Giappone, a extra-regionale, principalmente verso l’Europa.

La pandemia, oltre ad aver contribuito a una brusca interruzione delle aperture di negozi di lusso e a un incremento della penetrazione delle vendite online, ha spostato l’attenzione e parte degli investimenti dei brand su altri mercati, Cina continentale in primis. Il recente assottigliamento dei differenziali di prezzo con la Cina ha ulteriormente accelerato questo trend, nonostante la riapertura delle frontiere in Cina abbia dato il via a un chiaro ripristino dei flussi turistici nella metropoli».

Di fronte alle sfide recenti, il mercato a Hong Kong sta dando forti segnali di ripresa, dimostrando resilienza e vigore e affermando il proprio ruolo chiave nel panorama del lusso cinese e globale. L’incertezza macroeconomica e il conseguente impatto sulla fiducia dei consumatori suggeriscono in ogni caso un approccio cautelare nei confronti dei mesi a venire e dell’intero 2024.

«Il recente shift di interesse su esperienze di lusso a discapito di beni personali potrebbe accelerare la crescita della spesa dei consumatori, soprattutto cinesi, allocata a viaggi internazionali, introducendo nuove sfide per Hong Kong volte a rinnovare la propria offerta al fine di soddisfare consumatori alto-spendenti provenienti dalla Cina e dall’intero continente asiatico», ha concluso Levato. «Tuttavia, la riapertura dei confini e i piani messi in atto dagli enti governativi per attrarre turisti nella zona e sostenere attività internazionali contribuiscono a guardare al medio termine con positività. Gli annunci di eventi e sfilate da parte dei maggiori brand di lusso rappresenta un ulteriore e chiaro segnale di rinnovato interesse nei confronti della metropoli quale hub centrale nel panorama dei beni di lusso personali».  

Crede infine nella ripartenza di Hong Kong anche Mario Boselli, presidente di ICCF-Italy China Council Foundation, che ha raccontato a MFF: «Sono appena rientrato da un viaggio in Cina e ho l’impressione che la ripresa sia a macchia di leopardo. Sicuramente Hong Kong va meglio della media nazionale, ha risentito positivamente del nuovo grande progetto della Great bay area (megalopoli composta da nove città e due regioni amministrative speciali nel sud della Cina, Hong Kong e Macao, ndr). Sta tornando a essere il polo di attrazione che era stata per un certo periodo, ci sono tanti investimenti in ballo e un’energia nuova», ha concluso. 

 Quali sono, al di fuori di Hong Kong, le località asiatiche di punta del momento per il fashion system? «Sono numerosi i centri chiave per il lusso in ascesa», ha spiegato a MFF Federica Levato, senior partner e responsabile Emea moda e lusso di Bain & company. «Non lontano dalla metropoli, il recente annuncio di 15 nuove città Tier 1 nella Mainland China ha contribuito ad attrarre numerosi investimenti da parte dei marchi occidentali». Al di fuori dell’area continentale, nel sud del Paese l’isola di Hainan ha registrato uno sviluppo straordinario negli ultimi anni e tassi di crescita altrettanto elevati sono attesi per gli anni a venire.

«L’obiettivo del governo di far diventare Hainan un polo interamente duty-free entro il 2025 rende l’isola estremamente appetibile agli occhi delle griffe», ha commentato l’esperta. E se nel 2022 alle destinazioni calde della moda in Asia si è aggiunta la capitale coreana Seoul, tra le ultime aree di punta per il mercato del lusso è bene citare la Thailandia. «Il Paese del Sud-est asiatico continua a segnare performance estremamente positive sia grazie alla forte crescita del consumo locale che all’affermarsi di alcune località, oltre a Bangkok, quali mete turistiche in voga tra consumatori cinesi, europei e asiatici», ha concluso Levato. (riproduzione riservata)


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