Asse sino-russa per la produzione dei vaccini. L'azienda farmaceutica Shenzhen Yuanxing Gene-tech produrrà 60 milioni di dosi del vaccino russo contro il coronavirus, Sputnik V: lo ha annunciato il Fondo sovrano russo che ne ha finanziato lo sviluppo.
La produzione inizierà a maggio. Le dosi serviranno all'immunizzazione di più di 30 milioni di persone. Kirill Dmitriev, ad del Fondo sovrano russo, citato nella dichiarazione, ha indicato che questa collaborazione farà "aumentare la capacità di produzione di dosi aggiuntive in un momento in cui assistiamo a un aumento della domanda del vaccino russo in tutto il mondo". Secondo il fondo il vaccino V è ora autorizzato in 57 Paesi con una popolazione complessiva di 1,5 miliardi di persone, ma non ancora in Cina.
Trascorso oltre un anno la profezia sembra essersi avverata: con cinque composti approvati le aziende biofarmaceutiche della Repubblica popolare giocano un ruolo da protagoniste nella campagna di inoculazioni globale. Un disegno che sembra guidato dalla visione di lungo periodo del presidente Xi Jinping, che lo scorso maggio ha affermato: «Tratteremo l’antidoto come un bene pubblico globale». Il piano parrebbe finalizzato ad accrescere la sfera di influenza della Rpc nel mondo, ponendo le basi per un mercato che, secondo un recente studio di Credit Suisse, nel 2021 varrà tra i 9 e i 14 miliardi di dollari.
Oltre i vaccini di Sinopharm e Sinovac si sono aggiunti a fine febbraio i via libera al prodotto di CanSino Biologics e dell'affiliata Sinopahamr Wuhan Institute of Biological Product. Ultimo in ordine di tempo a ricevere la luce verde il composto dell'Anhui Zhifei Longcom Biopharmaceutical.
Entro l'anno la capacità produttiva del Dragone dovrebbe pertanto attestarsi oltre i 2 miliardi di dosi. Sinovac Biotech punta addirittura oltre questa asticella. In una recente intervista al Global Times il ceo Yin Weidong ha auspicato di poter raggiungere tali livelli di produzione da solo entro giugno Complessivamente, quindi, la capacità produttiva entro fino anno dovrebbe attestarsi attorno a 2 miliardi di dosi. Cifra che permetterebbe alla Cina di raggiungere a fine 2021 quota 4 miliardi di dosi, abbastanza per soddisfare il 40% della domanda globale. (riproduzione riservata)