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Amplifon punta sul mercato cinese per spingere la crescita

La prima metà dell'anno servirà al gruppo milanese per conoscere un mercato, quelli degli hearing device in Cina, che punta sulla qualità ed è frammentato su base territoriale. La jv pechinese con Cohesion servirà a prendere confidenza con i consumatori della Repubblica popolare. Nel 2018 i ricavi globali sono cresciuti del 10,6% a 1,4 miliardi di euro


06/03/2019 07:12

di Mauro Romano - Class Editori

Amplifon a piccoli passi in Cina
Enrico Vita

Il 2018 di Amplifon ha portato ricavi e utili in crescita, un dividendo più ricco e un’espansione globale coronata a fine anno dalla prima joint-venture in Cina.

Un primo passo quest’ultimo per costruire la presenza del gruppo nella Repubblica popolare. Come spiega a Class Editori Giulio Pizzini, Chief Strategic Development Officer dell’azienda milanese, il mercato cinese della diagnosi, applicazione e commercializzazione di soluzioni uditive è contraddistinto da una parcellizzazione su base territoriale.

“Non esiste una realtà nazionale che copra tutto il mercato. Ma a Pechino, a Shanghai o altrove, troviamo player differenti”, aggiunge il top manager Proprio per questo la società ha deciso di partire con una joint venture assieme Choesion principale retailer a Pechino con 30 punti vendita nella capitale, a Tiajin e nella vicina provincia dell’Hebei, con una esperienza ventennale. Al momento non sono previste ulteriori operazioni nella Repubblica popolare o almeno non prima della fine dell'anno. Come chiarito in conference call dal ceo Enrico Vita infatti, il 2019, in particolare la prima metà dell’anno servirà ad Amplifon per capire il mercato e fare scouting di possibili nuovi target che in ogni caso non si realizzeranno prima della fine del 2019, inizio 2020.

Un mercato, quello dell’hearing care cinese, ancora con bassa penetrazione e perciò considerato un’opportunità nel medio e lungo periodo. Nel 2019 il fatturato stimato per la Beijing Cohesion Hearing Science & Tecnology, della quale Amplifon detiene il 51%, sarà di 45 milioni di yuan, pari a circa 6 milioni di euro.

“L’intenzione è quella di conoscere il mercato, concentrandosi sull’offerta premium per l’utenza cinese”, sottolinea ancora Pizzini, “esiste infatti un ampio segmento di consumatori che cerca un servizio di alta qualità”.

Guardando ai conti del 2018, la regione dell’Asia e del Pacifico ha generato ricavi per 174,4 milioni di euro in crescita del 4,6%  e un ebitda di 43,6 milioni in calo rispetto ai 51,5 milioni dell’anno precedente, per effetto degli investimenti in marketing (+40%) e dell’impatto traslativo dei cambi.

A livello globale Amplifon ha chiuso l’anno con ricavi consolidati per quasi 1,4 miliardi di euro, in crescita del 10,6% a cambi costanti e dell'8,4% a cambi. L'ebitda è stato pari a 241,3 milioni al netto dell'effetto degli oneri non ricorrenti, con un'incidenza sui ricavi pari al 17,6%, in miglioramento di circa 40 punti base rispetto all'esercizio precedente.

L’utile netto è cresciuto del 19,3% a 113,4 milioni e il cda ha proposto un dividendo di 14 centesimi di euro per azione, in aumento del 27,3% rispetto all'anno precedente. Il board ha inoltre proposto all’assemblea un nuovo piano di buyback, previa revoca del piano in corso, che scadrà il prossimo ottobre. Tra gli altri obiettivi, il riacquisto di azioni proprie servirà a possibili operazioni straordinarie, anche di acquisizione di società.


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