Missione India per Fila. Il gruppo, famoso anche per i marchi premium Giotto, Tratto, Das, Didò, Pongo e Lyra, ha annunciato che quest’anno investirà nel Paese asiatico 15 milioni di euro, quanto cioè speso nel 2021 per l’intero conglomerato.
Il motivo? Raddoppiare la capacità produttiva in quello che è diventato il secondo mercato globale per Fila. La multinazionale da oltre 650 milioni di euro di fatturato e quotata dal 2015 all’Euronext Star di Milano è presente in India attraverso Doms Industries dal 2012, anno in cui la controllata locale creata dalla famiglia indiana Raveshia-Rajani fatturava 10 milioni di euro.
Dopo una crescita media annua a doppia cifra, in accelerazione negli ultimi esercizi, nel bilancio che si è appena chiuso Fila si attende di toccare nel subcontinente quota 110 milioni di euro di ricavi, con un progresso di circa il 50% rispetto ai valori pre-Covid del 2019, e di macinare altrettanta «crescita significativa a doppia cifra per i prossimi cinque anni».
La previsione fa leva sul numero di bambini con un’età inferiore ai 10 anni, che dunque rientra nell’obbligo di frequentare la scuola: sono circa 300 milioni di persone, più del doppio di quelli di Stati Uniti, Italia, Francia, e Messico - i mercati di riferimento di Fila messi assieme, quindi potenziali consumatori che hanno bisogno di matite e pennarelli colorati.
È il core-business della centenaria Fabbrica Italiana di Lapis e Affini rilevata nel 1956 dalla famiglia Candela e rilanciata da metà degli anni ‘90 dalla terza generazione, dove Fila, attiva anche nel segmento della carta da disegno, è leader mondiale.
Considerando che in India oltre il 3,4% del pil (3.176 miliardi di dollari nel 2021) riguarda l'education e se si allarga la fascia d’età fino ai 14 anni i ragazzi potenziali consumatori crescono a 350 milioni (su una popolazione di 1,4 miliardi di persone), si comprende perché il ceo e patron di Fila, Massimo Candela, consideri l’India «il Paese più importante dove fare business nei prossimi 10 anni».
Grazie a un attivissimo shopping internazionale (14 acquisizioni dal 1994) finanziato ricorrendo a un mix di debito e austerity sui dividendi, Candela ha trasformato una pmi familiare da 20 milioni di fatturato con due sole linee di prodotto (Tratto-Pen per la scrittura e Giotto per il colore), profitti azzerati e debiti in crescita in un colosso dei prodotti legati alla scuola, all’arte e all’espressione creativa da 653,5 milioni di ricavi, 109,1 milioni di ebitda, 42,5 milioni di utile netto adjusted e con una posizione finanziaria netta negativa di 350 milioni.
Fila, che vale 322 milioni di market-cap, ora è presente in 150 Paesi, conta 35 filiali, 22 stabilimenti di produzione (20 oltreconfine) e impiega più di 10.900 persone. Il 92% del fatturato arriva dall’estero; nell’ultima semestrale il 44% dal Nord America e il 14,5% dall’Asia. Il resto: 31,7% dall’Europa, il 9,5% dal Centro-Sud America e lo 0,4% dal resto del mondo.
Grazie al traino dell’India sul segmento scuola-ufficio e alla consueta leva del m&a il gruppo prevede che in tre-quattro anni l’Asia possa arrivare a generare oltre il 20% dei ricavi. E gli investimenti appena annunciati da Candela hanno messo la benzina nella macchina industriale per sfruttare le potenzialità del mercato orientale. (riproduzione riservata)