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Granarolo va a Est, dopo la Cina punta a Corea, Vietnam e Thailandia

Da aprile a Shanghai operativa la trading company del gruppo bolognese che punta a 50 milioni di euro di fatturato in tre anni, con formaggi, latte e panna. Nel 2023 il fatturato di gruppo è cresciuto dell'8% a 1,6 miliardi con l'obiettivo dei 2 miliardi nel 2027. In Corea alleanza con 7Eleven, che conta più di 7.000 corner


02/02/2024 13:16

di Franco Canevesio - Class Editori

settimanale
Filippo Marchi, direttore generale di Granarolo

Granarolo punta a Est. Lo dice il piano industriale 2024-2027 orientato ad aumentare il peso dell’estero (Cina, in primis) rispetto a un mercato domestico che, comunque, arriverà a pesare nel 2027 circa il 58% del fatturato. Intanto, nelle anticipazioni della chiusura 2023 (il bilancio verrà presentato a metà marzo), il giro d'affari si è attestato a 1,6 miliardi di euro con una crescita dell'8% e un “miglioramento a doppia cifra della marginalità operativa, tornata ai livelli pre iper-inflazione”.

Lo conferma Filippo Marchi, direttore generale di Granarolo, rimarcando che il piano industriale mira ad arrivare nel 2027 a 2 miliardi di fatturato, in crescita del 17% rispetto al 2023 e del 50% rispetto al 2021, ripartiti fra un 58,1% in Italia, 31,6% Europa e 10,3% nel resto del mondo. La barra dell'espansione è a dritta, verso Est, che tradotto vuol dire verso la Cina e i paesi Apac.

“In Cina - spiega Marchi - a partire da aprile prossimo avremo una nostra trading company, Granarolo Shanghai trading company, società registrata dalle autorità cinesi che può sviluppare attività economiche localmente. I  nostri prodotti, insomma, saranno stoccati sul posto. Le quantità? Oggi siamo sotto le mille tonnellate e vorremmo triplicarle, vorremmo arrivare a 50 milioni di euro di fatturato al 2027, rispetto al nostro attuale giro d'affari da 10 milioni”.

L'espansione dell'azienda bolognese fa perno su due aree: quelle dei formaggi per la cucina, come i filoni di mozzarella e il mascherpone, per la produzione di tiramisù, e, terza area, quella del latte liquido per bambini. “Siamo l'unico produttore che abbia iniziato a esportare anche latte liquido baby in un mercato concentrato sulle polveri – sottolinea il dg – Il nostro stabilimento di Soliera, in provincia di Modena, è l'unico  in Italia certificato dalle autorità cinesi per questo specifico mercato”.

Focus anche sulla panna da montare. “All'interno di questo segmento di prodotti c'è anche la panna da pasticceria che seguono la logica del tiramisù e dei prodotti europei consumati dai cinesi in catene come Starbucks, di cui siamo fornitori in Cina”. La trading company che aprirà tra poco, è vero, è focalizzata sul Paese del Dragone ma non solo.

“Abbiamo – dice Marchi - un business consolidato, che supera 15 milioni di euro, anche in Corea dove il mercato è concentrato sui formaggi duri e i filoni di mozzarella. Continueremo a lavorare con chi ci sta aiutando nella penetrazione nella catena 7Eleven, che in Corea conta più di 7.000 corner e dove noi siamo entrati con il nostro snack a base formaggio, Cheese Snack Granarolo che è in distribuzione in queste settimane”. Infine, sempre in zona Apac, altri due paesi sono nel mirino: Vietnam e Thailandia. “Sono due mercati nei quali abbiamo già aperto rapporti commerciali con distributori locali. In Vietnam – spiega Marchi - avremo una fiera a metà marzo a Ho Chi Min city”. (riproduzione riservata)


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