Mercati asiatici al centro delle previsioni di crescita per diversi brand della moda italiani alla chiusura di Milano Moda, l'evento che si è chiuso ieri nel capoluogo lombardo con grande successo di visitatori e buyer.
«L’evento ha attratto tantissimi buyer, giornalisti e altri addetti ai lavori da tutto il mondo. C’è stato un importante ritorno dei visitatori dal Far East, soprattutto giapponesi e coreani, e anche qualcuno dalla Cina, oltre a molti operatori mediorientali», ha spiegato a MFF il presidente di Cnmi-Camera nazionale della moda italiana, Carlo Capasa. «Presenze di passaggio di cui hanno indirettamente beneficiato anche i numerosi showroom della città i cui brand non figuravano nel calendario ufficiale delle presentazioni. In questo senso, è stato un successo per tutta la moda tricolore».
A dare una forte spinta a quest’edizione, oltre alle collezioni di grandi marchi italiani quali Prada, Zegna o Fendi, hanno contribuito il come-back nel calendario maschile di Gucci, per la prima volta in scena dalla fine della liaison con il direttore creativo Alessandro Michele, di JW Anderson, che ha confermato la sua preferenza per il capoluogo lombardo, e il debutto di Charles Jeffrey Loverboy.
Le valutazioni di Capasa sono in sintonia con quelle dei manager di alcuni grandi brand presenti a Firenze per l'edizione di Pitti Bimbo, che incomincia oggi nella città toscana. «Abbiamo riscontrato una crescita importante sia in Medio Oriente, considerati i nuovi flussi migratori e turistici che stanno interessando l’area, specialmente Dubai, sia nelle Americhe», ha detto Alfonso Dolce, Ceo di Dolce&Gabbana. «Nel nuovo anno prevediamo il consolidamento dei mercati e la crescita del Sud Est Asiatico e del Latam anche grazie a un’offerta commerciale che punta su prodotti iconici, ma che si sviluppa in termini funzionali e vede nell’accessorio, sia borse che scarpe, un segmento sempre più importante» ha aggiunto il manager ribadendo che il mercato core resta l'Europa.
«Anche quest’anno abbiamo avuto un riscontro positivo dal business del bambino. Siamo sopra la crescita double-digit nonostante mercati importanti, come la Cina e la Russia, vivano il momento che tutti conosciamo».
«L’Europa e il Middle East si confermano i mercati più forti. Insieme al Far East, che ha registrato una crescita importante, acquisendo sempre più rilevanza per il brand. Su quest’ultimo e sul Nord America si concentrano gli obiettivi di potenziamento e sviluppo» ha spiegato a MFF Stefano Secchi, Moschino managing director.
Dopo aver costituito la neonata società Moschino kids srl, la griffe del gruppo Aeffe archivia l’esercizio fiscale 2022 in positivo per quanto riguarda i risultati della divisione Baby kid teen. Stilando nuovi obiettivi per il 2023 legati a Nord America, Far East e all’Italia, relativi a nuovi opening e restyling.
«Apriremo negozi dedicati alla linea Baby kid teen nel Far East, con un focus sulla Cina. Dopo l’opening a Milano in via della Spiga 26 e quella presso il Dubai mall, il 2023 prevede la ristrutturazione dello store di Conduit street di Londra, a cui farà seguito quello di Roma. Questo progetto mira a consolidare la rete retail del brand e a creare sempre più sinergia tra le linee, andando a rafforzare la relazione tra la Moschino couture e la Moschino baby kid teen», ha specificato il manager. (riproduzione riservata)