Lo stop forzato imposto dalla pandemia da Covid-19 non è stato un male per tutti. C’è chi, come Icona Design Group, ha colto il momento per dedicarsi a progetti di più largo respiro, come quello di immaginare la mobility del futuro e tutto ciò che occorre per farla diventare realtà. Appena dieci gli anni di vita per la società italiana che interpreta il design a 360 gradi e come system integrator di tecnologie avanzate, che ha già le idee molto chiare: oltre all’headquarter di Torino due sedi dirette aperte subito a Shanghai e poco dopo a Los Angeles. E dal 2021 una nuova sede operativa a Tokyo e un ufficio di rappresentanza a Dubai. Un team internazionale di oltre 100 persone tra designer, modellisti, ingegneri e project manager: venti diverse nazionalità che rappresentano i cinque continenti, con un’età media di 30 anni.
«Non esiste il team Cina, Italia o America», conferma Enea Colombo, general manager di Icona Design Group e responsabile della sede di Shanghai, «Quando si parte con un progetto, il progetto è globale. La pandemia ha accentuato ancora di più questo aspetto e l’unica differenza resta quella del fuso orario, che ci permette però di essere operativi 24/7». Gli effetti della situazione di crisi provocata dall’emergenza sanitaria si sono comunque fatti sentire, anche per Icona. A pesare, la difficile situazione del settore dell’automotive, già in difficoltà prima dell’allarme Covid. È proprio come società di stile specializzata nel design dell’automobile che è nata Icona, un gruppo che in questi anni ha fortemente contribuito a rivoluzionare lo stile dell’intero settore automobilistico cinese (impegno che le è valso la conquista di due China Panda d’oro Awards), con idee innovative e un gusto tutto italiano.
«La Cina è il posto migliore per sviluppare tecnologie e idee», spiega ancora Colombo, «Dieci anni fa il design italiano ha aperto le porte della Cina ma questo non poteva bastare. Credo che la carta vincente sia stata quella di scegliere un team competente e con personale locale, vicino al cliente cinese, scelta che ci ha permesso di integrare culture e competenze». Negli ultimi due anni è diventato sempre più chiaro per l’azienda che il mondo dell’auto era in trasformazione e che il design doveva diventare più concettuale e rivolto al cliente e alla sua user experience. Così Icona ha allargato i suoi orizzonti - dalla musica all’industria, fino alla nautica - con la convinzione che ogni oggetto debba integrare bellezza e funzionalità, un concetto di design che deve necessariamente essere multidisciplinare.
«Scegliamo le tecnologie e le facciamo comunicare per integrarle nella mobilità del futuro», spiega il general manage, «l’integrazione delle tecnologie che porta avanti Icona è al momento un modello unico, che punta a migliorare la vita nelle future smart city e rendere la vita dei loro abitanti più facile».
Anche in questa ottica vengono portati avanti gli studi sulla guida autonoma, pur sapendo che c’è ancora tanto da fare a livello di infrastrutture e regolamentazioni. Ma il futuro è roseo. «Il 2020 è partito lentamente: molte aziende NEV si sono fermate e diverse start up sono andate in bancarotta, a causa della fine delle sovvenzioni statali. Continuiamo a lavorare con quelle rimaste, e anche se i progetti sono calati, le sedi estere hanno tenuto: chiudiamo comunque l’anno in positivo, al pari del 2019», conclude Enea Colombo, «L’ultima parte del 2020, infatti, ha portato la ripresa di contatti con vecchi clienti, spingendo i dirigenti dell’azienda ad assumere forze nuove, fino a un 20% in più e il 2021 si annuncia altrettanto positivo». D’altronde, è mestiere dei visionari immaginare il futuro e i modi migliori per plasmarlo. (riproduzione riservata)