Radici ha inaugurato un nuovo stabilimento a Suzhou, in Cina, per raddoppiare la capacità produttiva di tecnopolimeri e rafforzare la presenza del gruppo in Asia. La società ha investito nel sito 35 milioni di euro.
Radici produce intermedi chimici, polimeri poliammidici, tecnopolimeri, fibre sintetiche e non tessuti. Presente in Cina dal 2006, negli anni ha consolidato la sua posizione nel mercato asiatico nel settore elettrico ed elettronico, nell'automotive, nei beni di consumo e nel settore industriale.
Il nuovo sito industriale si sviluppa su uno spazio complessivo di 36 mila metri quadrati di cui circa la metà dedicati alla produzione e alla ricerca e sviluppo. Il resto è costituito da uffici, sale riunioni, spazi comuni, aree verdi e parcheggi.
Il progetto è certificato Leed Gold (Leadership in Energy and Environmental Design), uno standard internazionale per lo sviluppo di edifici verdi ad alte prestazioni che prende in considerazione vari parametri, come i vantaggi per l'ambiente e la salute umana, il risparmio delle risorse d'acqua, l'efficienza energetica, la scelta di materiali e soluzioni costruttive a basso impatto ambientale.
Nel sito di Suzhou sono stati installati pannelli fotovoltaici e un sistema di monitoraggio in continuo dell'edificio per garantirne l'efficientamento energetico. Lo stabilimento è stato dotato anche di un sistema di recupero dell'acqua piovana. Il sito ha ottenuto anche la cinese certificazione GBL-2 Star per la sostenibilità dei suoi edifici.
«Da quando abbiamo iniziato l'attività produttiva in Cina oltre 15 anni fa siamo cresciuti tantissimo insieme al mercato locale», ha detto Angelo Radici, presidente del gruppo. «I nostri materiali vengono utilizzati da clienti che a loro volta producono in Cina per soddisfare le esigenze dei consumatori locali. Inoltre se anni fa c'era carenza di lavoratori qualificati, oggi l'area di Suzhou è molto sviluppata e le persone sono competenti e specializzate in vari ambiti. Nel nostro caso questo ha permesso anche di fidelizzare i collaboratori, abbassando parecchio il turnover rispetto al passato, così alcune soluzioni che studiamo e mettiamo a punto in Cina diventano di riferimento per l'intero Gruppo, grazie al nostro network internazionale».
Oggi il gruppo che conta 3mila dipendenti è uno dei principali produttori italiani di poliammidi, fibre sintetiche e tecnopolimeri e ha diversificato i filoni d'attività anche nell'energia e nel business meccanotessile, mentre ciò che produce viene utilizzato nei più svariati settori tra cui abbigliamento, sport, arredamento, automobile, elettrico ed elettronico e degli elettrodomestici.
Dai conti preliminari del 2022, si registra un fatturato in leggero aumento a 1,55 miliardi di euro, ma la progressione è gonfiata dall'aumento dei prezzi mentre i volumi sono diminuiti di oltre il 10%. L'utile che verrà determinato nei prossimi mesi finirà per intero a riserva. Sul piano della marginalità, l'ebitda si è invece attestato attorno a 155 milioni.
«In linea con il periodo pre Covid, ma un centinaio di milioni in meno rispetto al biennio pandemico durante cui le opportunità che si erano aperte nell'ambito medicale avevano spinto i nostri margini a livelli ben più alti della media del nostro business», ha ricordato Radici. (riproduzione riservata)