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Il mobile riparte di slancio dalla Cina con il salone di Shanghai

Un export in crescita a 531 milioni di euro dà linfa al format del Salone del Mobile giunto alla sua quarta edizione, con un record di 127 marchi e 20 mila visitatori. Tra le presenze in fiera 25 nuovi marchi, due terzi dell’offerta complessiva dedicata alla categoria design e un terzo a quella Lux, che raduna prodotti di lusso classici e contemporanei


21/11/2019 18:08

di Cristina Cimato - Class Editori

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Claudio Luti (terzo da dx) brinda all'inaugurazione del Salone con il iceministro Scalfarotto e il presidente dell'Ice Ferro

È entrata nel vivo la quarta edizione di Salone del mobile.Milano Shanghai, che fino a domani riempie il Sec-Shanghai exhibition center con i suoi 127 brand e code di decine di metri di visitatori fuori da ogni stand, oltre 20mila attesi. Tra le presenze in fiera 25 nuovi marchi, due terzi dell’offerta complessiva dedicata alla categoria design e un terzo a quella Lux, che raduna prodotti di lusso classici e contemporanei.

«Le aziende che espongono a Shanghai sono la migliore selezione che potessimo fare in Cina», ha spiegato a MFF il presidente Claudio Luti. «Il mercato è in decisa ascesa, l’Italia è la prima esportatrice in Cina con i suoi 531 milioni di euro nel 2018 e una crescita dell’8,9%. Ormai l’appuntamento con il Dragone è consolidato e con esso l’idea che siamo leader nel mondo. Del resto, il Salone è in primo evento italiano in Cina per importanza. Questa manifestazione serve per avere visibilità e relazioni proficue con il mercato locale».

La Cina è una piazza ad alto potenziale per il settore. Importa complessivamente 2,2 miliardi nel comparto arredamento e l’Italia si è conquistata quasiun quarto della quota di mercato. Il Paese consolida quindi il suo primato tra i fornitori esteri. «Quando ci si presenta come sistema si è vincenti», ha commentato Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo eventi, «l’unico problema qui sono le copie. I consumatori cinesi sono i primi a voler comprare prodotti originali. Auspichiamo venga ripresentato l’emendamento relativo alla Carta identità del prodotto per dare forza alle vendite all’estero nei settori nevralgici per il paese come design, food e moda».

Il sentiment alla fiera di Shanghai si fa forte anche di una buona chiusura, poco più di un mese fa, del Salone del mobile di Mosca. «Andiamo in Russia da tanti anni e abbiamo avuto alti e bassi, soprattutto con la svalutazione del rublo», ha precisato Claudio Luti, «ma con il format del Salone del mobile riusciamo a mantenere ottime relazioni e un buon posizionamento per riconquistare un’ampia fetta di mercato. Da imprenditore vedo un netto miglioramento e se si presidiano i mercati la posizione migliora».

I dati lo confermano. «Con Ice era stata fatta una profilazione per 166 delegati che l’anno scorso a Mosca hanno acquistato per 7,8 milioni di euro e quest’anno la cifra è salita a 14 milioni», ha aggiunto Orsini.

Tra i marchi italiani più conosciuti all'estero in vetrina a Shanghai c'è Scavolini che punta sul total look per la casa. «Vogliamo differenziare l’offerta», ha raccontato Fabiana Scavolini, ceo del brand marchigiano, «e l’anno prossimo presenteremo le proposte all’appuntamento milanese del Salone che coincide con EuroCucina e il Salone Internazionale del Bagno. Parallelamente, ci concentreremo sull’espansione retail, a partire dalla Francia: a gennaio apriranno due punti vendita a Parigi, uno dedicato al mondo cucina, l’altro al mondo bagno Scavolini».

L’espansione del canale retail, in un’ottica omnichannel, rappresenta per l’azienda pesarese «uno degli obiettivi principali del piano di crescita e siamo certi che sarà una strategia di successo nel medio lungo periodo», ha aggiunto l'imoprenditrice. Anche in Cina, dove i clienti top spender hanno spesso due cucine, una conviviale per ricevere e l’altra per friggere, il posizionamento diventa strategico. «È il primo mercato come opportunità legate all’export e la nostra presenza è in continua crescita: l’annuale partecipazione al Salone di Shanghai riveste un ruolo importantissimo per consolidare il brand. Inoltre, dopo l’apertura nel 2014 dell’ufficio di rappresentanza, l’anno scorso abbiamo inaugurato qui nella capitale economica della Cina il nostro più grande showroom del Paese».

I clienti da conquistare sono anche millennial. «L’approccio dei giovani alla cucina si fonda sulla ricerca di un equilibrio tra estetica e funzionalità, che tenga conto di aspetti quali la sostenibilità dei materiali e al contempo sia smart, con una forte componente tecnologica», sottolinea. Ma, in generale, a spingere verso un ampliamento dell’offerta è stata l’evoluzione della casa moderna. «La cucina è diventata lo specchio dei cambiamenti sociali e culturali, il luogo di massima espressione per condividere i momenti del vivere quotidiano».

Il tema è da tempo al centro della collezione realizzata con Diesel Living, protagonista a Shanghai con le soluzioni Diesel Open Workshop: «Abbiamo esplorato insieme il tema della socialità facendo emergere dal punto di vista stilistico la dimensione più conviviale della cucina come spazio di condivisione, aperto e modulare. Questa interpretazione ci guida nelle fasi di progettazione del prodotto che cerchiamo di trasmettere tramite diversi touchpoint. Primo fra tutti la comunicazione, in cui cerchiamo di adottare codici e linguaggi innovativi per condividere la nostra visione».

Tra gli eventi clou di Shanghai si rinnova l’appuntamento con le master classes, tenute per questa edizione da Rodolfo Dordoni, Patricia Urquiola e Ferruccio Laviani, in dialogo con Li Hu, Zhao Yang e Chen Fei Bo. E poi, spazio ai giovani con il fortunato format del SaloneSatellite, che mette in luce il lavoro di 53 giovani designer e studenti, rinnovando il tema cardine dell’evento milanese, ovvero Food as a design object. Oggi è prevista la premiazione dei quattro progetti migliori, che parteciperanno alla prossima edizione del SaloneSatellite a Milano.© Riproduzione riservata



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