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Moncler si riprenderà presto dal calo di vendite in Cina

L'epidemia avrà effetto sui ricavi del gruppo nel primo trimestre, ma gli analisti sono ottimisti. Tredici, un terzo dei negozi in Cina, sono ancora chiusi oggi e negli altri il giro d'affari è diminuito dell'80% nelle ultime due settimane. Intanto Remo Ruffini, il patron, ha archiviato un 2019 con risultati straordinari con il fatturato a oltre 1,6 miliardi di euro e un utile netto superiore al 20% del fatturato


11/02/2020 13:48

di Paola Valentini - Class Editori

Moncler
Il presidente e ad di Moncler, Remo Ruffini

L'incognita coronavirus fa paura ma per gli analisti Moncler saprà  riprendersi presto. L'ultimo esercizio è stato archiviato con un utile netto di 361,5 milioni di euro, in crescita del 9% rispetto a 332,4 milioni di euro dell'anno precedente.

I ricavi sono cresciuti del 13% a tassi di cambio costanti a 1,628 miliardi (+15% a tassi di cambio correnti), l'ebitda adjusted a 574,8 milioni dai 500,2 milioni del 2018, l'ebit a 475,4 milioni dai 414,1 milioni del 2018 e la cassa netta a 662,6 milioni. 

"Il 2019 è stato ancora una volta un anno straordinario", ha commentato il presidente e amministratore delegato, Remo Ruffini, osservando, però, che "viviamo in un mondo in costante e rapido cambiamento e, anche per questo, sempre più volatile e incerto. In questi giorni siamo vicini ai nostri colleghi e a tutto il popolo cinese che sta affrontando una situazione difficile, per la quale sono state prese misure importanti e urgenti".

La situazione determinata dal coronavirus, ha rilevato la società, "sta avendo impatti importanti sul traffico e sulle vendite in tutti gli shopping mall in Cina dove i negozi Moncler sono presenti e sul turismo cinese nel mondo". Per Moncler non è possibile prevedere la durata di tale situazione e quindi valutarne l'impatto sui risultati dell'esercizio.

Così, a fronte di ottimi risultati per l'anno fiscale 2019, con tutti i mercati in accelerazione (l'Italia ha registrato un +21% nel solo quarto trimestre 2019 trainato dalle vendite retail, ma anche l'area Emea è stata forte con un +19% guidata da Regno Unito, Germania e Francia), ad eccezione dell'Asia che è stata più debole (+9% su base annua nel quarto trimestre), a causa della performance negativa a Hong Kong, compensata dalla buona crescita nella Cina continentale e in Corea, l'epidemia di coronavirus del 24 gennaio ha colpito il business del gruppo in Cina in modo drammatico.

Un terzo  dei negozi in Cina (ovvero 13) sono chiusi oggi e negli altri il giro d'affari è diminuito dell'80% nelle ultime due settimane. Anche altre regioni stanno soffrendo a causa della minore domanda cinese, inclusa la Corea, dove sono stati chiusi alcuni duty-free, Singapore e Giappone. In Asia il gruppo guidato daRuffini realizza il 44% del suo fatturato.

Il business in Europa ha iniziato a soffrire con qualche ritardo. Al contempo alcuni progetti relativi alla Cina sono stati rinviati, tra cui 2 aperture di negozi e 3 delocalizzazioni.

Il piano di emergenza in atto prevede il taglio delle spese non necessarie, il rinvio al secondo semestre di alcuni investimenti A&P e delle rinegoziazioni degli affitti. Di conseguenza stamani Mediobanca Securities ha rivisto le sue stime per il 2020, ipotizzando un calo dei ricavi del 10% nel primo trimestre, una performance piatta nel secondo trimestre e un recupero con una crescita a doppia cifra nel secondo semestre.

Ciò porta la stima di fatturato 2020 della banca d'affari a 1,75 miliardi di euro (+7,4% anno su anno) con un margine ebitda in calo di -60 pb al 34,7% e una contrazione a una cifra dell'utile netto a 353 milioni. "La visibilità è attualmente molto bassa e capiamo che nello scenario attuale le stime del consenso non sono a portata di mano", ha detto Mediobanca.

Quanto alla decisione del cda di proporre all'assemblea straordinaria convocata il 16 marzo di introdurre il voto maggiorato con durata sino a fine giugno 2028, per "dare stabilità e continuità alla direzione manageriale e creativa della società guidata da Remo Ruffini, consentendole di proseguire il percorso di crescita con il supporto di investimenti stabili e con l'impegno a lungo termine degli azionisti che ne condividano la linea e la strategia. La maggiorazione renderà inoltre più flessibile la struttura del capitale nel contesto di eventuali operazioni di crescita per linee esterne, mitigando il possibile impatto di diluizione azionaria. Non da ultimo, incentivando investimenti stabili e di lungo termine, la maggiorazione del diritto di voto contribuirà a bilanciare eventuali strategie di investimento short-term", per Mediobanca è una prova del forte impegno di Ruffini al timone dell'azienda. Vale la pena sottolineare, ha aggiunto Fidentiis, che in ogni caso i diritti di voto massimi saranno mantenuti al 29,9% in modo che la società rimanga aperta al mercato. 

Il management di Moncler sta esplorando opportunità di fusioni e acquisizioni, ma al momento non c'è nulla sul tavolo. A dicembre è circolata la voce che il colosso del lusso Kering avrebbe messo gli occhi sull'azienda dei piumini la quale ha poi spiegato che il fondatore e maggior azionista, Ruffini, "periodicamente intrattiene contatti e interloquisce con investitori e altri operatori del settore, tra cui il gruppo Kering, su potenziali opportunità strategiche per promuovere ulteriormente lo sviluppo" dell'azienda, "senza che, allo stato, vi sia alcuna ipotesi concreta allo studio".

Mediobanca ha, quindi, confermato il rating neutral sul titolo Moncler, abbassando il target price da 37 a 34 euro. "Un calo degli affari dal cluster cinese, con un impatto significativo sulle performance del primo semestre 2020 e un ridotto ricorso a fusioni e acquisizioni può determinare qualche profitto sul titolo nel breve termine. Tuttavia, a nostro avviso, i fondamentali molto solidi insieme a un approccio proattivo nella gestione del gruppo in tempi difficili dovrebbe fornire supporto nel lungo termine", ha precisato Mediobanca.

Anche Citi ha apprezzato il buon set di risultati del 2019, nonostante i venti contrari a Hong Kong. Tuttavia, data l'esposizione di circa il 30% alla clientela cinese, il coronavirus impatterà sui conti 2020 di Moncler. Citi, infatti, ritiene che quest'anno i ricavi del gruppo saranno sostanzialmente stabili in Asia, il che significa che le vendite dovrebbero crescere del 5% rispetto al +13% del 2019. (riproduzione riservata)


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