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Monnalisa sfida il lusso cinese e apre uno store a Nanchino

È il decimo store del marchio toscano di abbigliamento per bambini nella Cina continentale. La strategia dei ceo Christian Simoni guarda al lungo termine. I riflessi delle recenti dichiarazioni di Xi Jinping sulla redistribuzione della ricchezza potrebbero infatti essere positivi sulla capacità di spesa della classe media


06/09/2021 11:07

di Giulia Talone - Class Editori

settimanale
Christian Simoni, ceo di Monnalisa

Il Deji Plaza, il quartier generale del lusso europeo in Cina, parla un po' più italiano: accanto alle vetrine di Gucci, Louis Vuitton, Prada e Chanel, da oggi l'élite cinese potrà fare shopping anche da Monnalisa. L'azienda di abbigliamento per bambini ha infatti annunciato l'apertura di uno store all'interno del grattacielo di 324 metri situato a Nanjing, nella Cina meridionale.

Il negozio, ispirato allo stile romantico-contemporaneo targato Monnalisa, si aggiunge agli altri nove già aperti oltre la Muraglia. E in tutti e dieci gli store cinesi della società aretina c'è un tema di fondo: dalla boutique di Shenyang a quella di Hangzhou passando per il celebre centro commerciale Chengdu IFS, Monnalisa vuole entrare negli armadi più esclusivi della Cina.

"La nostra strategia retail è focalizzata all'individuazione di mercati e location esclusive in grado di intercettare una clientela che ricerca prodotti di alta gamma", racconta l'amministratore delegato Christian Simoni. "Siamo quindi molto soddisfatti di ampliare la nostra presenza in un mercato che consente oggi al cliente di ritrovare l'esperienza di acquisto fisica nello specifico di una location, il Deji Plaza, in grado di accogliere e valorizzare al meglio il nostro brand".

La strategia di consolidamento in Cina, punta sul fatto che, a detta degli analisti, l'ex Celeste Impero "guiderà la ripresa del mercato del lusso della regione Asia-Pacifico" anche se nel breve termine il mercato sarà influenzato dalle iniziative del presidente Xi Jinping di procedere a una maggiore redistribuzione della ricchezza.

Sui possibili effetti di questa politica, gli analisti di Berenberg rimangono "positivi sulle prospettive a lungo termine per la Cina e i beni di lusso, con una crescita strutturale sostenuta dall'accelerazione della classe media".

Sul breve termine invece valutano che "l'aumento delle tasse, il possibile calo dei prezzi dei beni (riducendo l'"effetto ricchezza") e l'aumento generale dell'incertezza potrebbero pesare sulla spesa per i beni di lusso. Il governo potrebbe anche sconvolgere le strategie di marketing locale".

D'altra parte, sono i grandi ricchi che sembrano essere nel mirino e la domanda di lusso è molto meno dipendente da questo gruppo che determina il 5% della spesa globale). La crescita della classe media dovrebbe, invece, beneficiare della ridistribuzione della ricchezza. Sembra anche che le nuove politiche saranno implementate gradualmente, riducendo il rischio di uno "shock" della domanda, e c'è la possibilità che le politiche possano rimanere uno slogan e quindi non essere applicate rigorosamente.

Il Mid-Autumn Festival di settembre sarà il primo indicatore del sentiment. (riproduzione riservata)


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