«I segnali in arrivo dall’Asia fanno pensare che la ripresa in Cina sarà più veloce di quello che ci si aspettava». A spiegarlo a MFF è Michele Norsa, manager di lunga esperienza che negli anni ha portato in Borsa prima Valentino e poi Salvatore Ferragamo. «Già nelle scorse settimane la situazione cinese ha mostrato significativi recuperi nell’ambito del retail. Mediamente il 90% dei negozi fashion e luxury ha riaperto», ha detto. «Se si guarda alle curve con cui nel 2003 il listino di Shanghai e il Dow Jones hanno recuperato, credo potremo trarne conclusioni che possono farci sperare in queste fasi difficili», ha aggiunto.
Grande conoscitore dei mercati globali, e del lusso in particolare, Norsa sta guidando dall’estate del 2018 il rilancio di Missoni con l’obiettivo di uno sbarco a Piazza Affari. La maison è oggi per il 58,8% della famiglia Missoni e per il 41,2% del fondo Fsi, entrato circa due anni fa per rilanciare lo storico brand, che attualmente genera un fatturato di circa 150 milioni di euro ed esporta il 75% della sua produzione.
«Ora che l’emergenza in Cina sembra essere stata governata, si vede già un cambiamento significativo nel mercato. Il ridimensionamento della piazza di Hong Kong rispetto ai decenni passati comporta la necessità di riportare a livelli ragionevoli i canoni di affitto del retail», ha proseguito il manager. E quali mercati si stanno dimostrando più resistenti? «I russi sono stati finora i consumatori più resilient, seguiti dagli arabi. Sia per numero di viaggiatori, sia per acquisti. Gli americani avevano rinunciato ai viaggi già prima che Trump fermasse i voli», ha sottolineato Norsa.
Tornando ai consumatori cinesi, «più veloce sarà la ripresa del consumo domestico supportato da incentivi governativi, mentre più lento purtroppo sarà il ritorno dei viaggiatori dalla Repubblica Popolare e quindi dei loro acquisti in viaggio», ha notato il manager. «Gli studi che circolano al momento indicano che le compagnie aeree prevedono una normalizzazione solo nel quarto trimestre 2020», ha aggiunto il manager, sottolineando come l’industria aerea assieme assieme all’hospitality sia la più colpita. Se oggi, dopo due mesi di misure restrittive, i contagi in Cina si sono ridotti a poche unità tanto da mostrare segnali concreti di una ripartenza della vita e dell’economia, altrettanto ci si augura possa avvenire in Italia e in Europa.
Allora, quale sarà il comportamento dei consumatori dopo questa epidemia? «Nel mondo ci sarà una riduzione dei redditi personali a ogni livello, anche per le fasce alte. E l’opzione di acquisto verso generi non necessari sarà probabilmente di un rinvio. I consumatori cinesi potrebbero ancora essere tra i più orientati a spendere per il lusso e trainare il settore», ha concluso Norsa. (riproduzione riservata)