Ora si parlerà cinese anche nel distretto romagnolo delle calzature perché il colosso del lusso Fosun ha rilevato il 100% della Sergio Rossi, brand iconico del Made in Italy nel segmento del lusso di tendenza.
Il gruppo finanziario asiatico ha raggiunto un accordo per acquisire lo storico marchio romagnolo con Investindustrial. Il closing sarà a luglio. Ormai da qualche mese sotto i riflettori la vendita della storica azienda, basata a San Mauro Pascoli, era entrata nel radar di diversi fondi e anche in quello della bolognese Piquadro (quotata in Borsa), ma dopo una selezione dei potenziali acquirenti da parte dell'advisor Rothschild, è spuntata Fosun che avrebbe avuto la meglio su Bally International, sull'americana Marquee Brands e su Piquadro.
Fondata nel 1951 da Sergio Rossi è tra le “firme” di punta della calzatura made in Italy. «Questa acquisizione non solo completa a tutto tondo un ecosistema di marchi strategici per Ffg, ma crea anche potenziali sinergie tra i brand», ha spiegato Fosun. Joann Cheng, responsabile della divisione di Fosun, che [ una conglomerata con attivit' nell-immobiliare, nella finanza e nel manifatturiero, ha assicurato a Wwd che «il Dna e il posizionamento di Sergio Rossi non cambieranno».
Investindustrial ha rilevato Sergio Rossi sei anni fa dalla multinazionale francese Kering investendo 100 milioni e con valutazione intorno a 80 milioni. Quest’anno il management prevede pareggio di bilancio. Fosun, che nel settore ha già rilevato la sartoria maschile Caruso, la francese Lanvin, l’austriaca Wolford e l’americana St. John, ha annunciato di considerarsi il primo polo cinese del lusso globale.
Tra le priorità di sviluppo per Sergio Rossi rientrano il potenziamento dei team e delle strategie locali per il mercato della Grande Cina e il rafforzamento del business digitale e omnicanale. Sergio Rossi, che gestisce 64 boutique, ha chiuso il 2020 con ricavi per circa 60 milioni di euro. L’anno scorso, all'età di 84 anni, il designer e fondatore del marchio è scomparso, colpito dal Covid-19.
Quest’anno il management prevede pareggio di bilancio. I negozi a gestione diretta nella Cina continentale sono attualmente otto, mentre quattro sono a Hong Kong, a cui si aggiungono alcuni negozi in franchising. (riproduzione riservata)