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Porto di Venezia, si sbloccano i lavori per migliorare gli accessi

Dopo anni di burocrazia è arrivato il via libera all'intervento. Ciò, spiega il commissario straordinario, Pino Musolino, vorrà dire riportare in Laguna i collegamenti diretti e i servizi di feederaggio con i principali hub portuali del Mediterraneo e dell’Estremo Oriente


02/10/2020 12:08

di Mauro Romano

Pino Musolino
Pino Musolino, commissario straordinario del Porto di Venezia

Via libera all'escavo del canale Malamocco-Marghera. Ci sono voluti due anni d'attesa, ma i lavori centrali per il porto di Venezia potranno partire e permetteranno di rimuovere circa 537mila metri cubi di fanghi. L'autorizzazione è stata comunicata all'Autortà portuale di Venezia. L'escavo riguarda il tratto del canale tra il Bacino di evoluzione 3 e San Leonardo.

I sedimenti di categoria B e C verranno conferiti nell'Isola delle Tresse, mentre quelli di tipo A saranno utilizzati per il ripascimento di una serie di barene in laguna identificate dall'Autorità assieme al Provveditorato. Lo stesso Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche, ha anche autorizzato l'escavo di oltre 6mila metri cubi di sedimenti nel Canale Industriale Ovest di Porto Marghera che potrà essere riportato alla quota di pescaggio di -11 metri. Nel complesso l’importo stanziato per le attività di scavo e conferimento ammonta a più di 15 milioni di euro.

“L’autorizzazione pervenutaci in queste ore, di fatto, ci permette di riguadagnare il pescaggio perso negli ultimi anni e, di conseguenza, di migliorare sensibilmente l’accessibilità nautica della principale arteria di comunicazione del porto veneziano. In parole povere, il porto di Venezia potrà presto riallacciare i preziosi rapporti con gli operatori internazionali che si erano raffreddati a causa di un assurdo empasse burocratico", ha spiegato in una nota il commissario straordinario Pino Musolino.

"Ciò vorrà dire riportare in Laguna i collegamenti diretti e i servizi di feederaggio con i principali hub portuali del Mediterraneo e dell’Estremo Oriente, alimentando il lavoro dei nostri terminal, servendo con maggior efficacia l’industria veneta e sviluppando nuovi e competitivi servizi logistico-portuali".

Nei mesi scorsi lo stesso Musolino erano stato molto critico verso i ritardi  burocratici. A gennaio calcolava in circa un milione e mezzo di tonnellate perdute la flessione dei traffici sperimentata nel corso del 2019 dal porto veneziano  «L'esempio più evidente  è quello dei mancati dragaggi che ci ha portato a perdere traffici importanti, tra cui la linea diretta container con il Far East, un traguardo per cui avevamo speso risorse e duro lavoro", sottolineava, ribadendo comunque l'interesse  di primari operatori internazionali nei confronti dell'infrastruttura adriatica. 

Intanto già da inizio settembre la stessa Autortà portuale annuncia i lavori propedeutici ed esecutivi di escavo manutentivo nell’ambito dei progetti approvati dal ministero per i Trasporti, che ha anche stanziato 26 milioni di euro per i porti di Venezia e di Chioggia. (riproduzione riservata)


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