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Savino del Bene, tiene il fatturato e cresce il network a 300 uffici

Cina e Stati Uniti sono i capisaldi di un successo che ha portato l'azienda fiorentina guidata da Paolo Nocentini tra i leader mondiali della logistica. Buona la performance nell'anno della pandemia con un fatturato di 1.660 milioni di euro, pressoché allo stesso livello del 2019, con 608.000 teus trasportati


07/04/2021 13:00

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Paolo Nocentini, presidente di Savino Del Bene

Il miglior risultato è stato la tenuta: in un anno sconvolto dagli effetti della pandemia, il leader italiano dei trasporti internazionale, Savino Del Bene, ha chiuso i conti del 2020 con un fatturato di 1.660 milioni di euro, pressoché allo stesso livello del 2019, con 608.000 teus trasportati. Con questa performance, Paolo Nocentini, presidente e azionista di maggioranza del gruppo, festeggia oggi i suoi 80 anni, ma soprattutto 64 anni di servizio nell’azienda in cui è entrato da fattorino, a 16 anni, portandola a competere tra i grandi della logistica mondiale.

Nata 120 anni fa come agenzia con l’incarico di seguire le procedure di emigrazione per gli italiani che decidevano di cercare lavoro all’estero e con l’apertura dell’ufficio a New York nel primo dopoguerra, Savino del Bene si è sviluppata creando basi prima negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo, Cina ed Estremo Oriente compreso sino ad esserne protagonista oggi, con oltre 300 uffici, tra i players mondiali.

Il network che si avvale di servizi via mare, via aerea e via treno e di avanzate strutture logistiche offrono alla clientela una garanzia di affidabilità e sicurezza il cui risultato è una fidelizzazione che premia le scelte manageriali che partendo dalla direzione centrale di Scandicci si dipanano in tutti i continenti.

Mentre tante imprese hanno scelto la strada della delocalizzazione giustificando le scelte per ragioni di competitività, Nocentini ha dimostrato, restando a Scandicci, di saper vincere la sfida nel campo dei trasporti e della logistica dove la competizione è molto più articolata e difficile vendendo un servizio. Anzi dalle crisi del 2008 e dell’anno scorso il gruppo è uscito rafforzato e con nuove idee.

Tra cui, oltre al business, quelle di una valorizzazione del patrimonio artistico, agricolo di ospitalità dei territori circostanti il quartier generale del gruppo. L’azienda agricola votata all’agricoltura e alla produzione vitivinicola biologica a San Michele a Torri, l’acquisizione e restauro della Badia a Settimo, abbazia cistercense di Salvatore e San Lorenzo che conserva alcune tavole di Benozzo Gozzoli e Domenico Ghirlandaio, il recupero dell’Hotel della Roveta, storica struttura dell’ottocento con un immenso parco, sono gli ultimi e non definitivi esempi di un’attenzione al territorio che è componente indispensabile alla sostenibilità ambientale dell’impresa.

Il mercato italiano con quello degli Stati Uniti e della Cina sono i poli principali di riferimento cui si aggiunge il Sud America, il Sud Africa fino all’Australia. E l’artefice di questa progressione industriale, Paolo Nocentini, rappresenta la sintesi di un eclettismo che fonda le sue basi su una visione mondiale del business e un profondo radicamento nel territorio. (riproduzione riservata)


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