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Trieste, nuovo record nel traffico portuale grazie a Turchia e Asia

Il porto giuliano in aprile ha fatto segnare un +45% nel traffico di container, rispetto all'anno scorso, e +27% rispetto al 2019, con circa 80.000 teus movimentati. In pieno boom i traffici sulle autostrade del mare con la Turchia, su rotte mediterranee sostitutive di quelle dal Mar Nero


06/05/2022 13:14

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Zeno D'Agostino, presidente del Porto di Trieste

Prosegue la crescita del porto di Trieste che segna un record assoluto per il traffico contenitori. Nel singolo mese di aprile sono stati sfiorati gli 80.000 teu, con un aumento a doppia cifra sullo stesso periodo del 2021 (+45%).

Il nuovo record rappresenta il più alto quantitativo mensile di container mai movimentato a Trieste, superiore anche alla performance del periodo precedente alla pandemia: +27% su aprile 2019, quando erano stati movimentati 62.315 teu.

«Anche se il dato consolidato lo avremo a metà maggio, aprile è il mese più alto di sempre nella movimentazione dei container», ha specificato Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, «la crisi mondiale e la pandemia non hanno fermato il nostro porto, che continua a crescere non solo per i numeri, ma come sistema integrato che unisce banchine, ferrovia, retroporti».

L'incremento dei traffici da Oriente, Cina e India, in particolare, proveniente da Suez che scelgono di approdare nello scalo giuliano, anzichè proseguire verso i porti del nord Europa, risparmiando sette giorni di viaggio, con i relativi costi e l'abbattimento di sostanze inquinanti, è un trend in atto da qualche tempo. Il fatto nuovo è l'esplosione degli scambi con i porti turchi sul Mediterraneo Orientale, che hanno rimpiazzato il traffico sul Mar Nero, bloccato dalla guerra in Ucraina.

«La Turchia in questo scenario gioca un ruolo molto importante, non solo per le merci provenienti o destinate a quel Paese, ma anche alle repubbliche ex sovietiche e gli altri Paesi del Medio Oriente a essa limitrofi. Anche l'attraversamento via terra e ferrovia dalla Cina lungo i corridoi meridionali sbocca dopo il Mar Caspio in Turchia», ha spiegato Enrico Samer, presidente e ceo dell'omonima shipping company da 110 anni basata a Trieste, nel corso di un intervento a Motore Italia, dedicato alle eccellenze del Friuli Venezia Giulia.

«L'autostrada del mare tra Trieste e la Turchia è uno dei fiori all'occhiello del nostro porto secondo un modello di intermodalità in continua evoluzione, proprio perché usufruisce del trasporto marittimo. A essere trasportati sono i camion, sempre di più, con i semitrailer: i rimorchi sono aumentati dal 10% al 90% attuale», ha continuato Samer.

Attualmente ci sono 15 navi che ogni settimana vanno da e per la Turchia. Le più grandi raggiungono i 480 camion: sono infatti tra le più grandi al mondo e di conseguenza necessitano di spazi a terra sempre più ampi. La linea dell'autostrada del mare per la Turchia è gestita da due armatori con 15 toccate alla settimana, una novantina di treni, oltre 40 in andata e altrettanti al ritorno. Ogni anno trasporta circa 300.000 camion, utilizzando quattro terminali portuali distinti all'interno del porto di Trieste.

Lo sbocco di questo enorme traffico è stato reso possibile dai collegamenti stradali ma soprattutto ferroviari che il porto ha implementato nell'ultimo anno. Oltre al collegamento stradale con il grande interporto Farnetti a 20 chilometri vicino al confine con la Slovenia, dal porto partono oltre 200 treni la settimana verso le aree produttive ed industriali del Nord-Est italiano e del Centro Europa, con diverse destinazioni, quali Germania, Austria, Lussemburgo, Slovacchia, Ungheria, Belgio e Repubblica Ceca. Per raggiungere i mercati di riferimento nel Centro-Est Europa sono stati sviluppati servizi intermodali ad alta specializzazione con treni diretti organizzati dalla società Alpe Adria. (riproduzione riservata)


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