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Belt & Road

Ambrosetti, esperto di Cina, neo ambasciatore d'Italia a Pechino

Padovano, 60 anni, nell'ultimo periodo è stato responsabile delle relazioni internazionali strategiche per l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e come tale ha seguito da vicino negli ultimi anni l'evolversi della situazione su questo fronte tra Unione Europea e Cina. Si è laureato a Cambridge con una tesi sul partenariato strategico con la Repubblica popolare


16/05/2023 14:16

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Massimo Ambrosetti, neo ambasciatore italiano a Pechino

È in Cina da qualche giorno, in attesa di ricevere il gradimento - arrivato oggi -  e le credenziali dal governo, Massimo Ambrosetti, 60 anni, il nuovo ambasciatore d'Italia a Pechino che subentra a Luca Ferrari.

La scelta del nuovo ambasciatore, che cade in un momento delicato dei rapporti tra i due governi, per la ventilata disdetta dell'adesione alla Via della Seta da parte del governo italiano, ha impegnato il governo, in particolare il ministro degli esteri, Antonio Tajani, per alcuni mesi, dal momento che alla fine dello scorso novembre era terminato l'incarico ufficiale di Ferrari.

Sovvertendo i pronostici, la decisione arrivata alla fine di marzo ha promosso Ambrosetti, che nell'ultimo periodo è stato responsabile delle relazioni internazionali strategiche per l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e come tale ha seguito da vicino negli ultimi anni l'evolversi della situazione su questo fronte tra Unione Europea e Cina. In questo ruolo, tra l'altro ha presenziato in novembre a un vertice internazionale tenutosi alla Casa Bianca.

Nato a Padova, Ambrosetti è un esperto di Cina, a cui ha dedicato una tesi di laurea e diversi studi negli anni successivi. Ma la sua è stata anche pratica come vice capo dell’ufficio Asia-Pacifico del ministero degli esteri, vice responsabile dell’Ufficio relazioni esterne dell’Ue alla Farnesina, vice capo dell’ufficio economico-commerciale dell’ambasciata italiana a Pechino nel 1994 per un paio d'anni, appena entrato in diplomazia. Ha quindi lavorato a Bruxelles come capo dello staff dell’ufficio italiano per la Nato.

Dal 2002 al 2006 ha lavorato al ministero degli Esteri come vice capo di gabinetto per i rapporti con il parlamento. Già primo consigliere d’ambasciata italiana a Washington e direttore delle analisi strategiche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 2010 al 2013. Ha operato anche come ambasciatore d'Italia dal 2012 al 2018 a Panama, poi Haiti, Antigua e Barbuda, St. Kitts and Nevis.

Il suo curriculum conta due due lauree in Giurisprudenza e in Scienze politiche internazionali all'università di Padova, poi all'estero ha conseguito un PhD al Magdalene College di Cambridge in Politiche internazionali, conseguito con una tesi intitolata “Alla ricerca di un partenariato strategico globale tra Cina e Unione Europea: ostacoli e prospettive”.

Alla prestigiosa Georgetown University di Washington Dc ha poi conseguito un dottorato in Studi liberali con una intitolata “Elementi ideativi e materiali nel comportamento internazionale della Cina in aumento come potere globale”. Il suo percorso accademico all'estero annovera anche altri due titoli conseguiti con tesi riferite alla Cina: un master in Diritti umani internazionali al New College di Oxford su “La Cina ha ratificato il Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici. Sfide e prospettive”; l'altro è un master in relazioni internazionali al Magdalene College di Cambridge con la tesi “L'ascesa della Cina: nuovi nazionalismi e ricerca di status”. (riproduzione riservata)


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