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Industria

Acque minerali, le italiane crescono sul mercato cinese

Sanpellegrino ha venduto nel 2018 il 18% in più dell'anno prima nel Dragone, che insieme agli Stati Uniti, a Germania, Francia e UK tirano le esportazioni della società bergamasca del gruppo Nestlé. Un consumo pro-capite di 30 litri e una quota di mercato dell'acqua in bottiglia del 42% hanno invogliato altri produttori, Norda, Sant'Anna, Frasassi e Pain della Mussa a sbarcare su quel mercato


15/05/2019 18:03

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

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Federico Sarzi Braga, ceo del gruppo Sanpellegrino

L'acqua minerale con la stella rossa, la Sanpellegrino, che fa capo al gruppo svizzero Nestlé, leader nel settore delle acque minerali e delle bibite non alcoliche, continua a macinare performance record sui mercati internazionali, che con un giro d'affari di 529 milioni di euro nel 2018 hanno rappresentato il 56,9% del fatturato totale,  928 milioni di euro, con un incremento del 4% a valore rispetto all'anno precedente.

Sono stati i brand internazionali a trainare le performance del Gruppo con le acque minerali S.Pellegrino e Acqua Panna cresciute a valore rispettivamente del 6% e del 10%.

La Cina, insieme all'Europa e agli Sati Uniti, è il mercato che è cresciuto di più lo scorso anno, a un ritmo del 18%, com ela Germania e un po' sotto la Francia (19%) e il Regno Unito (25%), mentre la crescita nmedia sui mertcati internazionali è stata dell'8%. 

Il boom dell'acqua minerale in Cina non è una una novità. Brindare con le bollicine significa sempre più fare cin cin con l’acqua minerale. Nel 2017 il consumo di acqua minerale aveva toccato quaranta miliardi di litri l’anno, quasi tredici volte più che nel 1998, secondo uno studio realizzato da Canadean, istituto di ricerca specializzato.

Nell’ultimo decennio, l’acqua in bottiglia ha acquisito il 42% di quota di mercato e considerato che il consumo pro-capite si attesta intorno ai 30 litri l’anno, si può immaginare quanto l’acqua in bottiglia sia destinata a prendere sempre più piede nei consumi del paese, già oggi primo per numero di consumatori e produttori d’acqua in bottiglia.

I ghiacciai del Tibet sono considerati la nuova fabbrica di acqua premium. L’anno scorso l’amministrazione tibetana ha concesso l’autorizzazione a 28 aziende per aumentare di 50 volte la capacità d’imbottigliamento della provincia entro il 2020. Entro il 2025 le autorità faranno nascere un’industria da 6,3 miliardi di dollari che imbottiglierà 10 milioni di metri cubi d’acqua, ben oltre i 153 mila imbottigliati nel 2014.

Oltre a Sanpellegrino ne stanno beneficiando diverse imprese italiane, non solo di acqua minerali ma anche produttori di impianti di imbottigliamento. 

La fabbrica dell’acqua più alta del mondo a quota 4.300 è stata installata dalla Smi di San Giovanni Bianco, provincia di Bergamo, uno dei più grandi costruttori di impianti di imbottigliamento e macchine di imballaggio a livello mondiale, che cattura l’acqua “5100”, che sgorga dalla sorgente Dongziong, venduta dalla Tibet Glacer Mineral Water. .

La frontiera dell’acqua minerale in Cina passa oltre che dal Tibet anche dalle bottiglie griffate  del made in Italy, apprezzate dal ceto più elevato che guarda ai prodotti esteri come uno status symbol. E non si tratta di un piccolo mercato, soprattutto se unito a quello che nascerà, inevitabilmente,  dal  baby boom dopo l’abrogazione della legge sul figlio unico.

Sulla base di queste previsioni l’Acqua Sant’Anna di Vinadio, in provincia di Cuneo, uno dei leader del mercato italiano nel 2015 ha concluso due accordi per vendere naturale e frizzante, in bottiglie da 1,5 e 0,5 litri, in due delle principali insegne della grande distribuzione: Metro, 80 punti vendita in Cina , al raddoppio entro il 2020, e City Super, specializzata in prodotti premium, 85% dei quali importati.

È stato un affaccio sul mercato più grande del mondo, che ha già assorbito 20 milioni di bottiglie Sant’Anna, per un valore 6 milioni di euro. Anche Michele Brero, proprietario del marchio Pian della Mussa, in val d’Ala (Piemonte) a 1.500 metri d’altezza si è attrezzato per spedire in Cina container da 62 mila bottiglie.

La Norda, quarto gruppo italiano del settore che contende alla Sanpellegrino, ha avviato contatti con alcuni clienti  nel segmento infanzia dove opera col marchio Sangemini. E pronto allo sbarco è, invece, il gruppo marchigiano Togni, di Serra San Quirico, Ancona, tra i primi 10  in Italia, col marchio Frasassi, e 280 milioni di bottiglie l’anno in pet e vetro che punta sull’acqua oligominerale, estratta dalle due fonti marchigiane, dove ha investito 5 milioni di euro per aumentarne la capacità.

I problemi per l’acqua minerale sono legati soprattutto alla logistica, considerate le dimensioni del mercato. «Per essere competitivi bisogna studiare una logistica integrata Italia-Cina affinché il prodotto ruoti velocemente e garantisca i prezzi di mercato. Il nostro target a regime è di oltre 50 milione di bottiglie l’anno e i magazzini attuali non possono sopportare questo carico,» ha spiegato un impr5enditore del settore.

Calcolando che un container per la Cina può trasportare fino a 15 mila bottiglie da 1,5 litri, se i contratti con la Cina venissero chiusi, sarebbe necessario costruire dei magazzini polmone in Cina e in Italia che contengano almeno 5 milioni di bottiglie ciascuno, stabilendo la distribuzione con una frequenza che assicuri un processo logistico dinamico. L’acqua minerale ha un ciclo produttivo di 24 ore e, una volta imbottigliata, deve essere stoccata per un tempo breve affinché si possa lasciare spazio alle produzioni successive.


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