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Industria

Anche Huawei vuole entrare nel business dell'automotive

Il gruppo di Shenzhen, leader mondiale nelle tecnologie 5G, starebbe negoziando con Changan Automobile, società pubblica, e altri produttori per utilizzare i loro impianti per assemblare un proprio veicolo elettrico. Il concorrente Xiaomi in corsa per un accordo con Great Wall Motor


26/03/2021 12:12

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Liang Hua, presidente di Huawei

Anche Huawei, uno dei leader globali di apparati per telecomunicazioni, starebbe pensando di diversificare dal suo business tradizionale all'automotive, secondo voci insistenti di mercato. Huawei, secondo Reuters, starebbe negoziando con la società statale Changan Automobile, con BluePark New Energy Technology e altri produttori automobilistici per utilizzare i loro impianti per assemblare le auto e avrebbe già iniziato a progettare dei modelli in-house.

Il piano costituirebbe una grande inversione di rotta per Huawei, dopo quasi due anni di sanzioni statunitensi che hanno tagliato il suo accesso alle catene di approvvigionamento chiave, costringendola a cedere una parte del suo business degli smartphone per far sopravvivere il marchio.

Secondo dati di Strategy Analytics, società di ricerche di mercato, le spedizioni globali di smartphone di Huawei lo scorso anno sono crollate del 22%, mentre quelle di Xiaomi, uno dei concorrenti del gruppo di Shenzhen, sono cresciute del 17%. 

Quando gli Stati Uniti hanno bloccato la catena di approvvigionamento di Huawei, i consumatori si sono riversati su altri marchi, in gran parte su brand concorrenti con prezzi competitivi i cui telefoni utilizzavano Android. Tra questi vi è anche Xiaomi.

La decisione di puntare al mercato delle auto elettriche arriva in un momento storico in cui le aziende automobilistiche e quelle tecnologiche stanno lavorando a stretto contatto per sviluppare veicoli intelligenti, con tecnologie come cabine smart e guida autonoma, e in un momento in cui il governo di Pechino sta incentivando la produzione delle auto elettrificate.

Le indiscrezioni circa le strategie di Huawei arrivano sul mercato all'indomani della notizia che proprio Xiaomi ha stretto un accordo con il produttore automobilistico cinese Great Wall Motor, che potrebbe essere ufficialmente reso noto la prossima settimana.

L'obiettivo di Lei Hun, fondatore e ceo di Xiaomi, è di produrre auto elettriche con il proprio marchio e di indirizzarle al mercato di massa, in linea con l'ampio posizionamento dei suoi prodotti di elettronica. Great Wall fornirà consulenza ingegneristica per accelerare il progetto, che dovrebbe produrre il primo veicolo elettrico già nel 2023.

Great Wall Motor, il più grande produttore cinese di pick-up, quest'anno ha lanciato un marchio autonomo di veicoli elettrici e intelligenti e sta costruendo una fabbrica di veicoli elettrici in Cina in collaborazione con Bmw.

Hun ritiene che l'esperienza dell'azienda nel campo della produzione di hardware la aiuterà ad accelerare la progettazione e la produzione dei veicoli elettrici. Il piano è legato alle ambizioni di Xiaomi di diversificare i flussi di entrate, che si fondano principalmente sul business degli smartphone.

L'azienda ha denunciato mercoledì un aumento dei costi a causa di una carenza globale di chip e ha riportato entrate trimestrali molto buone, ma inferiori alle stime di mercato. Dai dati resi noti è emerso un aumento delle vendite in più regioni, con una crescita delle spedizioni di telefoni in Europa occidentale del 57% e un aumento del 52% nella Cina continentale. Il fatturato dell'intero anno è aumentato di oltre un quinto.

Fondata nel 2010 dallo stesso Lei Jun, Xiaomi ha impiegato solo cinque anni per raggiungere la vetta del mercato cinese degli smartphone vendendo alla classe emergente cinese di consumatori connessi a Internet. I gadget economici ma dal design elegante dell'azienda si sono diffusi nelle case di tutta la Cina e hanno fatto rapidamente breccia nella vicina India.

Tuttavia, l'ascesa di Huawei e di smartphone emergenti più veloci come Oppo e Vivo hanno messo l'azienda sulla difensiva, facendole perdere terreno in casa e bloccandone la crescita globale. (riproduzione riservata)




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