Brusco calo in gennaio dell'export italiano verso la Cina. L'Istat segnala un -46,2% su base annua, in controtendenza con il netto aumento delle vendite verso paesi Asean e paesi Opec (per entrambi +26,4%), Giappone (+19,9%) e Stati Uniti (+14,4%).
La spiegazione, secondo l'ufficio di statistica, potrebbe essere che il confronto con il mese di gennaio 2023 è falsato dal fatto che un anno fa si registrò un aumento eccezionale dell’export di prodotti farmaceutici verso la Cina. In effetti nei primi 11 mesi dell'annoscorso, secondo dati Ice, l'export di prodotti farmaceutici verso la Cina è quadruplicato da 1 a 4 miliardi.
Una seconda concausa potrebbe essere che lo scorso dicembre si sono concentrate grosse forniture alla Cina nel settore della cantieristica navale, flussi ovviamente non più presenti il mese successivo.
Per quanto riguarda le importazioni da tutti i principali paesi partner extra Ue27 i numeri sono in calo su base annua. Le riduzioni tendenziali più marcate riguardano gli acquisti da Russia (-79,6%), paesi Asean (-27,9%), paesi Opec (-21,8%), Cina (-21,6%) e paesi Mercosur (-20%).
il calo delle importazioni ha fatto si che il saldo commerciale con i paesi extra Ue27, a inizio 2024, fosse positivo per 2,9 miliardi (era -1,4 miliardi nel gennaio del 2023).
«La riduzione congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue, determinata dalle minori vendite di beni intermedi e beni strumentali, è condizionata dalle operazioni occasionali di elevato impatto (cantieristica navale) registrate a dicembre 2023; al netto di queste, si stima una riduzione meno ampia, pari a -1,7%. Su base annua, la flessione dell’export è in attenuazione ed è principalmente dovuta alle minori vendite di beni intermedi», ha rilevato l'Istat
Su base annua, a gennaio 2024, l’export flette dell’1,2% (era -7,0% a dicembre 2023). La flessione è determinata dalla riduzione delle vendite di beni intermedi (-14,8%), in particolare, e di beni di consumo non durevoli (-1,4%). L’import registra una contrazione tendenziale del 19,4%, cui contribuisce la riduzione degli acquisti di tutti i raggruppamenti e, principalmente, di energia (-35,8%) e beni intermedi (-16,6%).
Nonostante i fattori congiunturali,la diminuzione dell'export italiano verso la Cina rischia di diventare un fattore strutturale. Anche in dicembre, il mercato cinese è stato quello, fra i maggiori partner commerciali dell'Italia, che ha perso di più, segnando un calo del 16,5%, dato che si confronta con il -12,5% della Francia, -11,8% della Germania e il -5,3% degi Stati Uniti.
Tuttavia tra gennaio e novembre 2023 (ultimo dato disponibile) il trend del made in Italy in Cina è stato positivo, segnando in totale 17,7 miliardi miliardi contro 14,6 miliardi degli 11 mesi del 2022, con un aumento del 20%.
In dicembre 2023, l’export italiano è risultato stazionario, su base annua, risultato di dinamiche differenziate per settore: i contributi positivi maggiori derivano dall’aumento delle vendite di macchinari e apparecchi (+8,8%), autoveicoli (+20,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,8%); quelli negativi più ampi, dalla contrazione delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-11,3%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-23,4%) e sostanze e prodotti chimici (-8,5%).
Il dato positivo è arrivato dal surplus commerciale pari a 34,4 miliardi di euro (da -34 miliardi a fine 2022), grazie a un deficit energetico molto più contenuto (64,3 miliardi) dei 12 mesi precedenti (111 miliardi). (riproduzione riservata)