Entro il 2030, i costruttori automobilistici cinesi saranno una forza dominante in tutto il mondo, con vendite stimate a 9 milioni di unità al di fuori della Cina e una quota globale del 33%. Lo stima l'ltima edizione, la 21a, del Global Automotive Outlook di AlixPartners, consulente starategico tra i più accreditati nel settore automotive.
La crescita si baserà sui vantaggi in termini di costi, strategie di produzione localizzate e veicoli altamente tecnologici che seguono le nuove preferenze dei consumatori in termini di design e innovazione. L'aggiornamento annuale sull'andamento del mercato automobilistico rileva che le case automobilistiche cinesi stanno definendo sempre più lo standard per un settore storicamente guidato dall'Occidente, dal Giappone e dalla Corea del Sud.
«L'industria automobilistica globale è stata plasmata da diversi punti di flessione negli ultimi 50 anni, tra l'emergere delle tecniche di produzione giapponesi negli anni 70, poi l'ascesa dei coreani e la più recente rivoluzione innescata da Tesla», ha spiegato Mark Wakefield, co-leader globale automotive e industrial pratice di AlixPartners. «La Cina è il nuovo disgregatore del settore, capace di creare veicoli indispensabili, più rapidi da commercializzare, più economici da acquistare, avanzati in termini di tecnologia e design e più efficienti da costruire. Per gli OEM tradizionali, tenere il passo con i marchi cinesi più forti richiederà più di una correzione di rotta».
Con la Cina al centro della scena, AlixPartners fornisce una serie di previsioni di vendita. Per l'Europa è atteso un incremento delle consegne del 2% nel 2024, cui seguirà una crescita marginale (l'1% circa) fino al 2027, guidata dall'Europa orientale. Le vendite negli Stati Uniti aumenteranno del 3% quest'anno, con una crescita alimentata dal rinnovato interesse per il segmento ibrido plug-in. Per il mercato cinese è invece stimato un incremento delle vendite del 4,7% nel 2024 a quota 26,7 milioni di unità, che si stima supererà i 32 milioni entro il 2030, il 70% dei quali sarà venduto da marchi cinesi. Entro il 2030, secondo l'analisi, i veicoli ICE (endotermici) rappresenteranno solo il 35% delle vendite, superati dai Nev (veicoli a nuova energia, ossia Bev e ibridi plug-in), che conquisteranno un market share del 41%. Le vendite di Nev - compresi i Phev (veicoli elettrici ibridi plug-in) - aumenteranno del 32% nel 2024 a livello globale e la loro quota di mercato arriverà al 45% entro il 2030.
Andrew Bergbaum di AlixPartners mette poi in guardia dal vantaggio nel modo di fare business dei costruttori cinesi. «La rivoluzione in atto nel settore automobilistico globale è guidata dall'incredibile, e un tempo impensabile, maturazione delle case automobilistiche cinesi che fanno una serie di cose in modo diverso», ha osservato il manager. «I marchi cinesi attribuiscono un valore maggiore alle caratteristiche che i clienti possono effettivamente sperimentare, come il design e la tecnologia in cabina; sono spietatamente concentrati sul mantenimento del vantaggio in termini di costi anche quando costruiscono fabbriche all'estero; e hanno costruito un notevole vantaggio nelle tecnologie Nev emergenti, compresa la produzione di batterie. Queste capacità hanno catturato la Cina e finiranno per definire il mercato globale». (riproduzione riservata)