Turchia e Cina spingono i conti dei primi nove mesi del 2023 e Cementir rivede al rialzo il target di ebitda. La società ha chiuso i primi nove mesi dell’esercizio con ricavi pari a 1,295 miliardi di euro (1,302 miliardi la stima dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo), +0,5% rispetto a 1,288 miliardi dello stesso periodo del 2022, un margine operativo lordo pari a 326,2 milioni (+36,9%), oltre la stima dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo a 302,2 milioni, un risultato ante imposte di 241,3 milioni (+50,3%) con il costo delle materie prime diminuito del 7,6% a 569,4 milioni per effetto della minor produzione. Viceversa, il costo del personale, pari a 151,5 milioni, è aumentato del 2,1%.
Il periodo ha, inoltre, evidenziato una cassa netta pari a 45,5 milioni contro un indebitamento finanziario netto di 29,9 milioni al 30 settembre 2022, pur a fronte di investimenti in aumento a 101,5 milioni (68,2 milioni nei primi nove mesi del 2022).
«Nonostante una generalizzata debolezza dei volumi nelle principali geografie ad eccezione della Turchia e della Cina, l’attenta gestione della redditività e dei costi di produzione, associata alla riduzione dei costi energetici e di alcune materie prime ci ha consentito di conseguire una crescita significativa sia del margine operativo lordo sia del risultato operativo che del risultato ante imposte», ha commentato il presidente e ceo, Francesco Caltagirone Jr.
Più in dettaglio, nel corso dei primi nove mesi del 2023, i volumi venduti di cemento e clinker, pari a 7,9 milioni di tonnellate, sono diminuiti del 3,1% rispetto al medesimo periodo del 2022. Un calo attribuibile al rallentamento del mercato principalmente in Danimarca, Belgio, Stati Uniti, Malesia ed Egitto, mentre un incremento si è registrato in Turchia e Cina. Anche i volumi di vendita del calcestruzzo, pari a 3,2 milioni di metri cubi, sono diminuiti del 10% a causa dell’andamento negativo di tutte le aree geografiche, ad eccezione della Turchia, dove i ricavi, pari a 245,8 milioni, hanno registrato un incremento del 31,5% rispetto ai primi nove mesi del 2022, nonostante la svalutazione della lira turca del 43,1% rispetto al tasso di cambio medio dell’euro del 2022. Al contempo, i volumi di vendita di cemento nel mercato turco sono aumentati del 19% e quelli di calcestruzzo dell’8%. Il margine operativo lordo della regione ha raggiunto quota 58 milioni (+185%), grazie ai maggiori prezzi di vendita.
Invece, in Cina i ricavi del gruppo sono risultati stabili a 49,5 milioni, con volumi di vendita in crescita del 15% e prezzi in contrazione. Il margine operativo lordo è migliorato dell’11,6% a 13,7 milioni. Il renminbi cinese si è svalutato dell’8,6% rispetto al cambio medio dell’euro nei primi nove mesi del 2022.