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Industria

Dazi Ue, l'80% delle aziende dell'elettrico italo-tedesche favorevoli

Lo rivela un sondaggio della Camera di commercio italo-tedesca che riunisce circa 700 operatori dei due paesi. Solo il 19% dei rispondenti valuta negativamente la mossa dell'Ue, ritenendola una misura dannosa per la transizione. Tutti chiedono comunque all'Ue di mettere in campo risorse per sostenere attivamente le imprese europee


27/06/2024 17:43

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Jörg Buck, consigliere delegato della Camera di commercio italo-tedesca

La Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK Italien) ha pubblicato i dati di una rilevazione interna sulle misure europee anti-dumping indirizzate all'elettrico cinese, da cui emergono ampi consensi tra le 38 aziende interpellate. Nell'indagine si chiede a società associate come valutino l'introduzione da parte dell'Ue di nuovi dazi sull'importazione di auto elettriche cinesi a partire da luglio, qualora la concorrenza sleale della Cina non dovesse cessare.

Quasi l'80% dei rispondenti ritiene che l'approvazione di nuovi dazi sia una misura utile. Nello specifico, più della metà del campione (57%) riconosce il valore di nuovi dazi per la tutela del mercato unico europeo, ma rileva al tempo stesso come questi non siano sufficienti e come sia necessario anche che l'Ue metta in campo risorse per sostenere attivamente le imprese europee. Il 19% li ritiene invece utili in prima battuta in quanto misura sanzionatoria di un caso di concorrenza sleale, con benefici diretti per la produzione europea.

Per contro, il 19% dei rispondenti valuta negativamente la mossa dell'Ue sui dazi, ritenendola una misura dannosa per la transizione. Aziende e città sono concretamente impegnate nel percorso verso modelli di produzione e di mobilità sostenibili, e dal sondaggio emerge come non sia sempre immediato conciliare gli interessi dei consumatori, il successo della transizione verde e la tutela dell'industria europea. Solo il 5% del campione, infine, ritiene la misura insufficiente e sostiene che i dazi dovrebbero essere, in generale, più alti per compensare realmente i sussidi ricevuti dalle aziende cinesi.

«Quello dell'elettrico cinese è il caso più caldo di tutela della competitività europea e non ci sorprende che una netta maggioranza delle imprese voglia proteggere e rafforzare il corretto funzionamento del mercato unico, coerentemente con le priorità per la nuova Commissione Europea espresse nel precedente sondaggio che abbiamo diffuso con questo stesso formato», ha dichiarato Jörg Buck, consigliere delegato di AHK Italien.

«Riemerge così il tema di una nuova politica industriale europea - coordinata, lungimirante e orientata a rafforzare l'autonomia tecnologica del continente», precisa Buck, che aggiunge: «Sempre in linea con quanto già rilevato, le aziende chiedono un maggior coinvolgimento del piano europeo per promuovere le industrie nazionali, riconoscendo così la centralità dell'Europa nell'introdurre misure decisive per il futuro delle nostre economie e per il primato manifatturiero di Italia e Germania. Riemerge così il tema di una nuova politica industriale europea - coordinata, lungimirante e orientata a rafforzare l'autonomia tecnologica del continente».

La Camera di commercio italo-tedesca è la più grande associazione imprenditoriale bilaterale in Italia grazie alle 700 aziende socie tra Italia e Germania. di ogni dimensione: dai grandi gruppi tedeschi alle PMI italiane, dalle filiali di multinazionali ai singoli imprenditori. In Italia sono presenti quasi 2.000 aziende tedesche che impiegano circa 170.000 dipendenti e generano un fatturato di oltre 70 miliardi di euro. La Camera riunisce le imprese operanti nell’interscambio economico in diversi ambiti: dall'industria (meccanica, automotive, macchinari, etc.) ai servizi (economico/finanziari, telecomunicazioni, trasporti, medicale, etc.) nonchè i singoli professionisti. (riproduzione riservata)
 


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