Le vendite di auto in Cina, il maggior mercato automobilistico del mondo, sono aumentate per la prima volta in quasi due anni ad aprile. Allentate le restrizioni ai viaggi legati al Covid-19, con l'economica cinese in ripresa un numero maggiore di clienti ha visitato gli showroom. Così le vendite di auto ad aprile hanno raggiunto quota 2,07 milioni di unità, registrando una crescita del 4,4% rispetto all'anno precedente, secondo i dati della China Association of Automobile Manufacturers (CAAM), la più grande associazione dell'industria automobilistica del paese.
Una netta inversione rispetto alla contrazione del 43% registrata a marzo e ancora di più al crollo del 79% a febbraio, quando la pandemia ha fatto precipitare la domanda di auto. Le vendite mensili di auto in Cina erano aumentate l'ultima volta a giugno 2018. Per stimolare la domanda, Pechino ha annunciato a marzo una proroga di due anni dell'esenzione fiscale per l'acquisto di veicoli ecologici.
Più nel dettaglio, il numero di nuovi veicoli energetici (Nev) venduti, che comprendono veicoli elettrici alimentati a batteria, ibridi plug-in e a idrogeno, è sceso per il decimo mese consecutivo a 72.000 unità. In quattro mesi (gennaio-aprile) le vendite sono scese del 31,1% annuo e quelle dei Nev del 43,4%.
L'industria automobilistica globale è stata duramente colpita dalla crisi sanitaria, ma c'è un crescente ottimismo per un miglioramento, soprattutto in Cina poiché il paese ha contenuto il coronavirus e ha iniziato ad allentare le misure di blocco. Comunque quest'anno sarà nerissimo: la CAAM si aspetta una contrazione tra il 15% e il 20% delle vendite nel 2020, molto dipenderà dallo sviluppo a livello mondiale della pandemia di coronavirus.
"Mentre gran parte del mondo è in lockdown, le attività economiche della Cina stanno lentamente ritornando alla normalità, anticipando come sarà la ripresa nel mondo post-Covid 19. Crediamo che la strada verso questa ripresa sarà irregolare e accidentata. Vista la scarsa domanda globale, le autorità cinesi hanno varato misure di allentamento più decise", ha previsto Monica Defend, Global Head of Research di Amundi, osservando che l'epidemia da Covid-19 ha colpito l'economia in modo difforme.
Le attività più penalizzate sono quelle basate in larga misura sull'interazione fisica. I servizi di ristorazione e l'industria alberghiera hanno registrato il peggior calo del pil nel primo trimestre (-35,3% annuo), seguiti dal commercio interno (-17,8%), dal settore edile (-17,5%) e dai trasporti (-14%). Tra le notizie positive, la buona performance dei servizi delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e dei servizi finanziari, dove la crescita del pil è rimasta positiva e ha registrato solo un leggero rallentamento.
Il danno economico è fortemente correlato alla gravità dei controlli sull'attività. Nella provincia di Hubei, dove l'epidemia è stata più grave e dove quasi tutte le attività all’esterno hanno subito restrizioni dalla fine di gennaio, c'è stato un crollo del pil del 39,2% nel primo trimestre rispetto a un calo del 6,8% su base nazionale.
"La produzione potrebbe riprendersi ben presto, a differenza della domanda. Dopo la fine delle restrizioni, la produzione industriale ha registrato una forte ripresa a marzo, evidenziando un ritorno alla normalità rispetto alla sospensione di febbraio. I dati di aprile, tra cui quelli sull'indice della qualità dell'aria e il tasso di utilizzo dei dosatori di calcestruzzo, indicano una ripartenza anche del settore edile", ha continuato Monica Defend, precisando che la ripresa della domanda dei consumi varia a seconda dei segmenti.
Mentre i beni di prima necessità hanno sovraperformato durante l'intero periodo dell'epidemia, i beni voluttuari hanno limitato solo in parte le contrazioni a marzo. Sono però in vista ulteriori miglioramenti: la crescita delle vendite di auto è passata dal -40% di marzo al -7% delle prime tre settimane di aprile. Il settore dei servizi è il fanalino di coda. Ad aprile i flussi nazionali dei passeggeri sono ancora di gran lunga inferiori ai livelli normali, mentre i servizi di ristorazione e il settore dell’ospitalità si stanno riprendendo lentamente.
La continua prevenzione dell'epidemia potrebbe pesare ulteriormente sulla ripresa dei servizi. Mentre il governo rimane vigile riguardo ai rischi di una seconda ondata, gran parte dei luoghi di svago sono al momento ancora chiusi. Si prevede che un rafforzamento delle politiche di sostegno darà impulso alla domanda interna. Le persistenti pressioni sul mercato del lavoro e i crescenti rischi esterni hanno indotto i leader del Paese a rafforzare le politiche di sostegno miranti a stimolare l'economia interna.
"La spesa per le infrastrutture rimane il principale stabilizzatore della crescita. Ci aspettiamo un aumento significativo del deficit fiscale nell'ordine di 4 punti percentuali del pil rispetto al 2019, dopo aver incluso titoli di Stato speciali sia a livello nazionale che di governo locale. Le ultime politiche evidenziano che il rilancio del mercato immobiliare non è tra le opzioni di scelta", ha stimato il Global Head of Research di Amundi.
L'allentamento monetario continuerà e la Banca centrale cinese (PBoC) probabilmente ridurrà il coefficiente di riserva obbligatoria (RRR) e i tassi di interesse a breve termine. È allo studio un taglio al tasso di deposito, ma forse le autorità preferiranno attendere finché non ci sarà un ulteriore calo dell’inflazione da generi alimentari.
"La crescita del credito dovrebbe consolidarsi nel corso dell'anno; una parte considerevole dei finanziamenti si indirizzerà probabilmente verso il settore delle infrastrutture. Tuttavia, gli stimoli già menzionati non possono compensare totalmente il danno economico nel corso dell’anno", ha sottolineato ancora Monica Defend. "Il peggioramento della domanda esterna indica crescenti pressioni ribassiste sul settore manifatturiero e sul mercato del lavoro. Le prospettive per i consumi nel settore dei servizi rimangono difficili, gran parte delle perdite probabilmente saranno permanenti. Ci aspettiamo una leggera ripresa e prevediamo che nel 2020 l'economia cinese crescerà meno del 5%", ha concluso. (riproduzione riservata)