Ci sono aziende che, potendo farlo, cancellerebbero anche subito il 2020 dagli annuari dei loro registri contabili. E poi ci sono aziende per cui l’anno della pandemia rimarrà, inaspettatamente, uno di quelli da ricordare. È il caso di Ducati che, nonostante la complessa situazione globale e il fermo produttivo di sette settimane proprio nel picco di stagione, ha chiuso l’anno passato con un secondo semestre da record. Un trend di crescita che ha visto protagonista assoluta la Cina dove», conferma Fabrizio Cazzoli, general manager Ducati China, «Ducati ha registrato una crescita di volumi del 26%, la più alta crescita percentuale al mondo per l’azienda, posizionandosi cosi come il quarto paese in valore assoluto in termini di vendite».
Numeri che si spiegano con l’aumentata richiesta della domanda di moto, e più in generale di prodotti di lusso, «dovuta al fatto che», spiega Cazzoli, «il turismo si è bloccato e la clientela ha cercato nuove attività e interessi per riempire il proprio tempo libero. Le attività in Cina si sono fermate solo per qualche settimana e la ripresa nel nostro settore è stata rapida. Ducati ha saputo rispondere alla crescente richiesta del mercato locale, riorganizzando la produzione in maniera flessibile e tempestiva».
A distanza di quasi dodici anni dal suo sbarco in Cina, con l’apertura di un primo showroom a Shanghai nel 2009, l’azienda di Borgo Panigale raccoglie i frutti della sua scommessa, che nel 2019 le ha permesso di vincere un China Awards. «All’epoca il mercato delle moto di importazione in Cina era ai suoi esordi: le due ruote erano ancora considerate come il mezzo di trasporto per chi non poteva permettersi una macchina», ricorda Fabrizio Cazzoli. «Entrare nel mercato tra i primi players ci ha permesso di costruire un’immagine e un lifestyle praticamente da zero. Nel medio-lungo termine questa scelta ha pagato». Oggi Ducati opera attraverso un team dedicato a Shanghai, importa tutta la gamma di prodotti, è presente sul territorio con 28 concessionari esclusivi e ha un forte posizionamento che ne fa uno dei brand più desiderabili del settore moto.
Sarà difficile battere un anno come il 2020, che ha visto anche l’azienda vincere il titolo Mondiale Costruttori MotoGP, aprire una nuova filiale in Australia e dare il via alla produzione di esemplari unici in serie limitata. Ma la strategia da adottare è chiara. «Soprattutto in un mercato nuovo come la Cina, le fondamenta per la crescita sono tre», spiega il general manager Cazzoli . «L’introduzione di una nuova gamma straordinaria, resa ancora più versatile dall’affermazione di Ducati nel segmento dual con la Multistrada V4, il nuovo e avvenieristico Monster, la limited edition Diavel Lamborghini. Lo sviluppo del network cinese, accompagnato da training mirati sul territorio, per rispondere alla crescente domanda locale con un livello di servizio sempre premium.
Infine continuare ad affermare Ducati come il brand sportivo per eccellenza, simbolo di Style, Sophistication, Performance e Trust». Progetti che si accompagneranno a tutta una serie di iniziative che faranno appassionare ancora di più i consumatori cinesi allo storico marchio italiano: nell’agenda 2021 di Ducati sono già in programma numerosi corsi di guida, nuovi format digitali e prestigiose collaborazioni locali. (riproduzione riservata)