Ci potrebbe essere presto un nuovo azionista cinese nel capitale di Daimler. Baic, una delle principali case automobilistiche del Dragone, vorrebbe infatti comprare tra il 4% e il 5% della società di Stoccarda, gruppo con il quale ha già in essere una joint venture in Cina, la Beijing Benz Automotive (controllata al 51% dalla Baic e al 49% dalla Daimler).
L’operazione dovrebbe costare sino a 3 miliardi di euro considerando che la capitalizzazione della casa tedesca alla chiusura di ieri era di 55,8 miliardi di euro. Baic, secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters, avrebbe già sondato il mercato e l’establishment cinesi, principalmente le banche e le autorità governative, per essere sostenuto nella transazione.
Qualora dovesse concretizzarsi, l’ingresso di Baic nel capitale di Daimler rappresenterebbe l’entrata di una seconda casa cinese nel colosso di Stoccarda, che è caratterizzato da una struttura di capitale molto frammentata. Il principale singolo azionista, con il 9,7%, è infatti il fondo Tenaciou3 Prospect Investment Limited, dietro il quale c’è Li Shifu, miliardario cinese patron della casa automobilistica Geely in Cina e della Volvo in Europa.
Alle spalle di Li Shifu, il secondo maggiore azionista singolo della casa del Baden Wuerttemberg, famosa nel mondo per la produzione delle berline di lusso Mercedes, è il fondo governativo del Kuwait con il 6,8%.
La notizia arriva all'indomani della pubblicazione delle statische di vendita di auto in Cina, il primo mercato del mondo, nei primi quattro mesi dell'anno, che indicano un'accelerazione della caduta del mercato per le auto a benzina e il decimo mese consecutivo di perdite. Si segnala invece un boom per le auto elettriche il cui mercato, ancora molto piccolo in valori assoliuti, sta però crescendo del 60% all'anno.
In questo contesto è probabile che la strategia di Baic sia di rafforzare i legami, e il controllo, sul suo partner, visto che in marzo Daimler ha annunciato che costruirà la nuova generazione di Smart in collaborazione con Geely.
Sul mercato dell'elettrico in Cina la competizione è molto accesa. Bmw, che in Cina vende il 37% della sua produzione, ha annuciato nei mesi scorsi forti investimenti nei tre centri ricerche, a Pechino, Shenyang e Shanghai, con centinaia di tecnici all’avanguardia nella sperimentazione di nuove tecnologie, dalla guida autonoma, in fase di test di livello 2 già dal 2014 sulle strade di Shanghai, ai veicoli elettrici.
Il centro di ricerche di Shanghai è particolarmente focalizzato sui servizi digitali e la connettività delle auto del futuro mentre il team di Designworks dello stesso centro lavora sui modelli del futuro. La ricerca a Shenyang è invece focalizzata sulle batteria ad alto voltaggio, mentre i 200 tecnici di Pechino lavorano sui test e la loro validazione.
Tesla sta lavorando a Shanghai nella messa a punto di un mega centro di produzione delle sue auto che da quest'anno sono importate in Cina. BYD, un costruttore di auto ibride e full electric di Shenzhen, sta moltiplicando gli sforzi, con successo, per aumentare le quote di mercato.
Daimler ha appena cambiato chief executive officer: lo svedese Ola Kaellenius ha preso il posto di Dieter Zetsche, rimasto oltre un decennio alla guida del gruppo. Nel primo trimestre di quest’anno Daimler ha fatto registrare profitti operativi in calo del 16%, vendite di vetture Mercedes in diminuzione del 4% e margini in flessione del 6,1%, oltre a una contrazione del 3% delle consegne proprio in Cina, che anche per Mercedes è da qualche anno il primo mercato al mondo.
Kallenius sta preparando un piano in cui dovrebbe annunciare una forte riduzione dei costi in modo da trovare le risorse per affrontare in modo adeguato la sfida rappresentata dall’auto elettrica.
Nel primo trimestre diquest'anno il gruppo diStoccarda, che produce auto di lusso e camion di ogni dimensione, ha registrato un fatturato di 39,7 miliardi di euro, stabile rispetto al 2018, con un ebit di 2,8 miliardi di euro, in calo del 16%, vendendo 774 mila veicoli di cui 555 mila auto, con un calo del 4%. Sul fatturato Auto il calo dell'ebit è stato ancora più marcato, -37%, mentre il fatturato 21,2 miliardi è sceso dell'8%. Sui camion pesanti e leggeri, invece, sono in aumento vendite e fatturati, ma in leggero calo la redditività.