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Industria

Il fatturato di Pirelli accelera con i pneumatici speciali, sale la Cina

La regione dell'Asia e del Pacifico si conferma l'area geografica di maggiore crescita e più elevata profittabilità.Sugli scudi anche la Russia. Nuova jv cinese per puntare anche al mercato consumer mentre cresce la quota di omologazioni ottenute nel settore del primo equipaggiamento nella Repubblica popolare


15/02/2019 08:12

di Mauro Romano - Class Editori

Il fatturato Pirelli spinto dall'high value

La regione dell'Asia e del Pacifico si conferma l'area geografica di maggiore crescita e più elevata profittabilità per Pirelli.  I dati preliminari pubblicati dalla Bicocca evidenziano a Oriente ricavi con una crescita organica del 13,3% (+10,4% includendo l’impatto negativo dei cambi pari a -2,9%), trainata
dall’High Value (+21,0% la crescita organica dei ricavi), grazie alla maggiore esposizione sul canale Primo Equipaggiamento, che conta nuove forniture ed omologazioni con case auto europee e locali, all’incremento della quota di mercato sul canale Ricambi grazie all’effetto pull through e a una presenza
commerciale sempre più ampia, con oltre 4.500 punti vendita. Bene anche la Russia. Anche nella Federazione la strategia di strategia di focalizzazione sui segmenti più profittevoli e la ripresa del mercato hanno inciso positivamente sui risultati 2018  con un ulteriore miglioramento della profittabilità a livelliHigh-teens (low-teens nel corrispondente periodo 2017). Quindi i  ricavi hanno registrato una crescita organica del 15,5% (+4,6% includendo l’impatto dei cambi negativo per il 10,9%).

I numeri si inseriscono in un giro d'affari per il  gruppo guidato dal ceo Marco Tronchetti Provera che nel 2018 di 5,194 miliardi, con una crescita organica del 3,7% sul 2017, stimando per il 2019 un’espansione dei ricavi tra il 4 e il 6% rispetto al bilancio appena chiuso. Un incremento sostenuto dal rafforzamento del segmento High Value, che nel 2018 ha pesato per il 64% sui ricavi e il cui margine nel 2019 dovrebbe arrivare al 67%. A confermare la centralità di questo segmento, gli investimenti per 463,4 milioni destinati, appunto, in gran parte alla crescita dell’High Value e al miglioramento del mix e della qualità. Pirelli ha centrato così tutti i target operativi, con l’ebitda adjusted salito dell’8,5% a 1,23 miliardi, mentre l’ebit adjusted è aumentato del 9% a quota 955 milioni.

 I costi di startup sono attesi intorno a 40 milioni di euro (47,7 mln), destinati a rafforzare il programma di trasformazione digitale, il continuo sviluppo delle soluzioni Cyber e l'avvio dell'attività produttiva della nuova joint venture in Cina.  in linea con il dato del 2018.

Lo scorso ototbre il gruppo della Bicocca aveva ha sottoscritto il closing per l'acquisto del 49% della joint venture che detiene, attraverso la società Jining Shenzhou Tyre, un nuovo stabilimento di produzione di pneumatici consumer in Cina. L'investimento da 65 milioni di euro fornirà la necessaria flessibilità produttiva nel segmento high value, tenuto conto dell'evoluzione del mercato cinese, degli sviluppi attesi nel segmento dell'auto elettrica e della quota crescente di omologazioni ottenute nel settore del primo equipaggiamento in Cina, Giappone e Corea.

Pirelli intende infatti accelere sul mercato cinese e asiatico. Per farlo non ha nascosto l'intenzione partecipare al piano Made in China 2025, lanciato dalla dirigenza di Pechino per modernizzare, rinnovare e automatizzare l’industria d’oltre Muraglia, facendo leva sul sostegno di ChemChina, il colosso della chimica cinese, suo azionista di maggioranza. A rimarcare la volontà di una «visione e di un approccio comuni» per crescere nel mercato locale di prodotti a maggior valore aggiunto, consolidando la propria posizione e i legami con Pechino, è arrivata lo scorso aprile la nomina di Filippo Maria Grasso a ceo di China National Tire&Rubber Corporation, la controllata di ChemChina cui fanno capo le attività del gigante pubblico orientale negli pneumatici, presente in 140 Paesi e regioni.

Tornando ai conti, la posizione finanziaria netta è negativa per 3,18 miliardi ma in miglioramento rispetto ai 3,218 miliardi raggiunti alla fine del 2017. Nel 2019, oltre l’aumento dei ricavi è previsto un aumento della profittabilità, con il margine ebit adjusted a circa il 19% (18,4% nel 2018). Gli investimenti previsti sono di 430 milioni ed entro l’anno arriverà il piano industriale al 2022. (riproduzione riservata)


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