La Cina prevede di mettere sul mercato parte delle riserve nazionali dei principali metalli industriali mentre le autorità intensificano gli sforzi per frenare un'impennata dei prezzi delle materie prime durante la ripresa dell'attività economica globale.
L'ente statale di stoccaggio, l'amministrazione nazionale cinese per le riserve alimentari e strategiche, ha dichiarato che prevede di mettere in vendita rame, alluminio, zinco e altre riserve nazionali in lotti.
L'operazione avverrà nel prossimo futuro al fine di garantire la fornitura e la stabilità dei prezzi delle materie prime sfuse.
Le riserve saranno rilasciate alle aziende di lavorazione e produzione di metalli non ferrosi tramite un processo di offerta pubblica, ha affermato l'agenzia governativa.
La mossa di Pechino è arrivata dopo che i funzionari cinesi nelle ultime settimane hanno ripetutamente affermato che il rally dei prezzi dei metalli industriali quest'anno è andato troppo oltre. Il mese scorso il Consiglio di Stato del governo cinese ha dichiarato che avrebbe adottato misure per garantire un'offerta adeguata e prezzi stabili per le materie prime, e le autorità di regolamentazione avevano precedentemente avvertito i rappresentanti del settore di adottare un approccio di tolleranza zero alla manipolazione del mercato o all'accaparramento di metalli.
La diffusa scarsità di materie prime non solo mette sotto pressione i prezzi all'industria, ma anche rallenta i piani di investimento del governo, in particolare nel settore dell'energie, dove molti progetti di produzione con fonti rinnovabili, in soprattutto fotovoltaico, sono fermi perché i produttori di celle hanno difficoltà ad approvvigionarsi.
I timori che le autorità cinesi potessero prendere una tale decisione avevano spinto ieri i prezzi del rame al minimo da otto settimane e gli investitori temono che Pechino possa presto lanciare una spinta più ampia per moderare l'aumento dei prezzi.
«Il più forte vento contrario è che la Cina parla di frenare l'inflazione e di eliminare l'accumulo di metalli e la speculazione», ha affermato William Adams, capo della ricerca sui metalli di base e delle batterie presso Fastmarkets, una società di monitoraggio dei prezzi. «Questo ovviamente sarà un fattore significativo nell'eliminare parte del denaro speculativo che é confluito nel mercato del rame».
Intanto la Commissione per la supervisione delle società controllate dallo stato (Sasac) avrebbe ordinato agli enti interessati di limitare l'esposizione nei confronti dei mercati stranieri delle materie prime.
Dopo il forte calo dei metalli non ferrosi al Lme di ieri, il movimento ribassista prosegue stamani ma più contenuto con il ferro che segna -3%. (riproduzione riservata)