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Industria

Robotaxi più numerosi nelle città cinesi, ma la sicurezza preoccupa

A Wuhan, la flotta di Baidu copre oltre 3.000 chilometri quadrati, superando la zona coperta dal concorrente americano Waymo in Arizona. Anche Shanghai e Pechino hanno avviato programmi pilota per i veicoli autonomi. Ma gli incidenti che si sono verificati e i timori dei tassisti per il loro futuro sono un freno allo sviluppo di questa tecnologia


18/08/2024 17:02

di Vincenzo Piccolo - Class Editori

settimanale
L'interno di un robotaxi di Baidu

Le città cinesi stanno assistendo all’arrivo di una nuova tecnologia: i taxi senza conducente. Questa innovazione, diffusa in metropoli come Wuhan, divide l’opinione pubblica. Alcuni ne sono affascinati, mentre altri esprimono preoccupazioni legate alla sicurezza e alle conseguenze sociali.

Il settore dei taxi senza conducente ha attirato ingenti investimenti da parte di colossi tecnologici e case automobilistiche, con l’obiettivo di competere con i leader americani. A Wuhan, città di 14 milioni di abitanti, circolano già 500 robotaxi, il numero più alto al mondo. Il servizio è gestito tramite un’app, simile ai normali taxi. Un abitante ha dichiarato sui media locali: «È come essere in un film di fantascienza». Non tutti, però, sono convinti della sicurezza di questi veicoli.

Le preoccupazioni sono aumentate dopo un incidente mortale in aprile, in cui un veicolo Aito, prodotto da Huawei, non ha attivato il sistema di frenata automatica. A Wuhan, un robotaxi pochi giorni fa ha investito un pedone, senza gravi conseguenze. Questi episodi hanno sollevato dubbi sulla capacità della tecnologia di garantire la sicurezza.

Oltre alla sicurezza, preoccupano anche le ricadute economiche. I tassisti e i conducenti di Vtc temono di essere sostituiti dai robotaxi, soprattutto a causa delle tariffe ridotte offerte dalle nuove aziende. Un tassista di Wuhan ha dichiarato che queste imprese potrebbero eliminare la concorrenza con prezzi bassi, per poi aumentarli una volta ottenuto il controllo del mercato. È una tattica già vista con le compagnie di VTC negli anni 2010. Al momento, i robotaxi rappresentano una piccola parte del totale, ma il loro numero è destinato a crescere, poiché sempre più città cinesi adottano politiche favorevoli alla guida autonoma.

Baidu, con il suo progetto «Apollo Go», e Pony.ai stanno conducendo test in diverse città. A Wuhan, la flotta di Baidu copre oltre 3.000 chilometri  quadrati, superando la zona coperta dal concorrente americano Waymo in Arizona. Anche Shanghai e Pechino hanno avviato programmi pilota per i veicoli autonomi. Nonostante questi sviluppi, secondo alcuni esperti, la tecnologia non è ancora pronta per un uso su larga scala. I robotaxi, infatti, sono ancora monitorati da operatori umani. Durante una corsa, un operatore ha contattato dei passeggeri per ricordare loro di allacciare le cinture.

Alcune situazioni restano difficili per i veicoli autonomi. Clienti con disabilità o passeggeri con bagagli ingombranti potrebbero richiedere assistenza, come ha sottolineato Zhao, un conducente di Vtc: «Solo un essere umano può aiutare in certe situazioni». (riproduzione riservata) 


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