MENU
Politica

Aumentano ancora l'interscambio Italia-Cina e gli investimenti

Dopo il record di 75 miliardi di dollari di scambi commerciali tra i due Paesi nel 2021, quest'anno si registra un ulteriore +13,3%. E nonostante l'avverso contesto geopolitico anche gli investimenti di imprese cinesi in Italia sono aumentati di 70 milioni di dollari. Ecco il commento sull'attualità e le prospettive dell'Incaricata d'Affari cinese a Roma, Zheng Xuan


07/11/2022 17:49

di Class Editori - Xinhua/Ceis

settimanale
Zheng Xuan, Incaricata d'Affari all'ambasciata cinese di Roma

Tra gennaio e agosto di quest'anno gli investimenti cinesi non finanziari in Italia sono aumentati di circa 70 millioni di dollari, secondo il Ministero cinese del Commercio, e l'interscambio di un ulteriore 13%, dopo il livello record toccato nel 2021, due dati significativi considerando le difficoltà del contesto internazionale. A Zheng Xuan, Incaricata d’Affari ad interim all'ambasciata cinese di Roma e capo missione della stessa ambasciata in attesa della nomina del nuovo ambasciatore, Mf-Milano Finanza ha chiesto di commentarli insieme alle prospettive dei rapporti economici tra Italia e Cina sui nuovi terreni della transizione ambientale.

Domanda: Qual è la situazione degli investimenti cinesi in Italia, la loro distribuzione geografica e settoriale e le prospettive di sviluppo a breve termine?

Risposta: Gli investimenti cinesi in Italia sono distribuiti principalmente nelle regioni centro-settentrionali e tra i settori coinvolti ci sono finanza, moda, trasporti, produzione di macchinari, medicina e salute. Secondo il Ministero cinese del Commercio, tra gennaio e agosto di quest’anno, gli investimenti diretti cinesi non finanziari in Italia sono aumentati di oltre 70 milioni di dollari. Nell’attuale contesto globale, riuscire a raggiungere un tale risultato dimostra che esiste ancora un grande potenziale per la cooperazione economica sino-italiana. Desideriamo lavorare insieme con il nuovo governo italiano, sostenendo le imprese di entrambi i Paesi nella realizzazione della cooperazione economica, commerciale e degli investimenti.

D. Ritiene che la mancanza di un accordo completo tra Unione europea e Cina sulla questione degli investimenti, cioè la mancata entrata in vigore dell’Accordo Ue-Cina in materia di investimenti, abbia portato a un rallentamento degli investimenti tra le due economie?

R. A partire dal 2020, la Cina è diventata il maggiore partner commerciale dell’Ue per le merci, lo scorso anno il volume totale degli scambi bilaterali ha superato per la prima volta gli 800 miliardi di dollari e sono cresciuti anche gli investimenti bidirezionali. Nei primi otto mesi di quest’anno, gli investimenti dell’Ue in Cina sono aumentati del 123,7% (compresi i dati sugli investimenti attraverso i porti franchi) e questo dimostra che gli investitori stranieri, inclusa l’Ue, continuano a guardare con ottimismo al mercato cinese e sperano di continuare ad approfondire la cooperazione in materia di investimenti in Cina.

D. Quali sono i principali ostacoli a quell'accordo?

R. L’accordo sugli investimenti Cina - Ue è un accordo equilibrato e reciprocamente vantaggioso e, se entrerà in vigore, amplierà ulteriormente lo spazio di cooperazione economica e commerciale tra le due parti. Il XX Congresso del Partito Comunista Cinese ha chiaramente dichiarato che la Cina persiste nella politica nazionale fondamentale di apertura verso l’esterno e persegue fermamente una strategia di apertura di mutuo vantaggio e reciproci benefici. La Cina è stata sempre sincera nello sviluppo delle relazioni sino-europee e ritiene che, essendo due importanti forze in un mondo multipolare, la Cina e l’Ue dovrebbero attenersi al posizionamento di base del partenariato strategico reciproco e mantenere un buono slancio di dialogo e cooperazione.

D. Quindi vede possibile un accordo?

R. Sosteniamo da sempre che la Cina e l’Ue sono partner e non avversari e che la cooperazione tra loro è maggiore della concorrenza. Al momento, il mondo sta affrontando molte gravi sfide e solo con la cooperazione si possono ottenere benefici per tutti. Credo che finché l’Unione europea riuscirà a considerare obiettivamente le relazioni sino-europee, impegnandoci nella stessa direzione, nel rispetto reciproco e cercando un terreno comune nelle differenze, si potrà promuovere uno sviluppo sano e stabile delle relazioni Cina-Ue, iniettando maggiore stabilità ed energia positiva nel mondo in preda a turbolenza e cambiamenti.

D. Che aspettative ha sullo sviluppo del commercio sino-italiano quest’anno?

R. Lo scoppio della pandemia non ha ostacolato la cooperazione economica e commerciale tra i due Paesi. Le relazioni economiche e commerciali sino-italiane, infatti, sono in controtendenza, dai 54 miliardi di dollari del 2020 sono salite ai quasi 74 miliardi dello scorso anno. Nei primi tre trimestri di quest’anno, il volume degli scambi tra Cina e Italia ha raggiunto i 60,5 miliardi di dollari, segnando un aumento del 13,3% su base annua. Le relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi sono molto resilienti e complementari, abbiamo quindi motivi per essere ottimisti rispetto all’anno in corso.

D. Che impatto hanno avuto le misure di prevenzione anti-Covid in Cina su questi rapporti?

R. Dall’inizio di quest’anno, la Cina ha sempre considerato come massime priorità del governo la prevenzione dell’epidemia, la stabilità economica e la tutela della vita del popolo e ha adottato una molteplicità di misure per sostenere la ripresa del lavoro e della produzione. Nel breve termine, alcune misure volte alla prevenzione dell’epidemia richiedono un certo costo economico, ma calcolando i costi complessivi, i vantaggi del sistema industriale cinese non sono stati “danneggiati” per prevenire e controllare l’epidemia, il nuovo slancio di rapida crescita e la trasformazione e la riqualificazione economica stanno andando avanti. Il rapporto del XX Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese sottolinea chiaramente che la Cina continuerà a promuovere l’apertura di alto livello al mondo esterno, affidandosi ai vantaggi derivanti dalle enormi dimensioni del proprio mercato, attirando le risorse globali, rafforzando il collegamento tra le risorse del mercato, migliorando costantemente la qualità e il livello degli scambi e degli investimenti.

D. Tra le industrie del Made in Italy all’avanguardia, quali sono quelle più adatte al mercato cinese e apprezzate dai consumatori?

R. L’Italia ha tre principali industrie sviluppate, l’industria aeronautica e quella automobilistica sono competitive a livello globale e dispongono di molti prodotti “piccoli ma belli” in questi ambiti. Siamo pronti ad accogliere nel mercato cinese più prodotti italiani di alta qualità, auspicando di percorrere insieme la strada che porta alla trasformazione dell’economia verde e di quella digitale, sperando anche che l’Italia continui a fornire alle imprese cinesi un ambiente imprenditoriale aperto, equo, giusto e non discriminatorio, ottenendo così mutui vantaggi e benefici per tutti.

D. Quali opportunità vede in Cina per le imprese italiane, in questo momento?

R. Il Made in Italy gode di un’ottima reputazione sul mercato cinese. Il concetto di “3F”, riferito alle industrie italiane di “Food, Fashion, Ferrari”, è ben noto in Cina e anche macchinari e altri prodotti manifatturieri italiani sono ampiamente utilizzati in molti settori industriali cinesi. Di recente il presidente Xi Jinping ha ribadito che la Cina approfondirà fermamente le riforme e l’apertura in ogni ambito, promuovendo stabilmente lo sviluppo di alta qualità e creando maggiori opportunità al mondo grazie al proprio sviluppo. Con l’ulteriore espansione della classe media cinese, la domanda di consumi personalizzati, in ambiti quali medicina e salute, finanza e assicurazioni, porterà maggiori opportunità alle imprese italiane.

D. Quali prospettive hanno in Cina i prodotti italiani ecosostenibili?

R. Accogliamo con sincero favore le imprese italiane di alta qualità nei diversi settori perché trovino opportunità di business e investano in Cina attraverso piattaforme espositive, come la China International Import Expo, la China International Fair for Trade in Services e la Canton Fair, condividendo così le ampie opportunità di sviluppo e i “benefici cinesi”. Allo stesso tempo, negli ultimi dieci anni, la costruzione della civiltà ecologica cinese ha subito cambiamenti storici e nel cuore delle persone si è profondamente radicata l’idea che “acque blu e montagne verdi sono monti d’oro e d’argento”. La Cina è il Paese con il più rapido miglioramento della qualità dell’aria al mondo e ha ottenuto grandi risultati anche nel campo delle energie rinnovabili. Quasi 1 kWh per ogni 3 kWh utilizzati dalla popolazione cinese è costituito da energia pulita. La Cina è anche il maggiore mercato mondiale di veicoli a nuova energia e i viaggi ecologici a basse emissioni di carbonio sono passati dall’essere una “moda” alla “normalità”. La Cina ha proposto l’obiettivo del “doppio carbonio” e questo significa che completerà la più alta riduzione al mondo dell’intensità delle emissioni di carbonio e raggiungerà il picco di carbonio e poi la neutralità carbonica nel minor tempo nella storia globale. Abbiamo tutte le ragioni per credere che gli scambi e la cooperazione tra Cina e Italia abbiano un futuro radioso per quanto riguarda i prodotti ecosostenibili e altri ambiti. Auspichiamo che l’Italia in futuro lavori con la Cina, rafforzando costantemente la cooperazione reciprocamente vantaggiosa in materia di energia verde, tutela ambientale e altri campi e portando avanti la costruzione congiunta di una Belt and Road verde.

D. Le politiche di sviluppo relative alla Belt and Road si sono gradualmente spostate dalla costruzione di progetti infrastrutturali su larga scala (strade, ferrovie…) allo sviluppo di reti di comunicazione e ora l’attenzione si sta concentrando sulla costruzione digitale. Per l’Italia, che nel 2019 ha firmato con la Cina il Memorandum sulla Belt and Road, che cosa significa esattamente Digital Silk Road? Quali cooperazioni e vantaggi reciproci porterà a Cina e Italia in ambito scientifico e tecnologico (5G)?

R. Negli ultimi anni, a livello globale l’e-commerce è fiorito e la digitalizzazione ha accelerato la sua trasformazione. La Via della Seta Digitale è il nuovo piano cinese per promuovere lo sviluppo comune nell’era digitale, in linea con le tendenze di sviluppo della quarta rivoluzione industriale, combinando in modo organico lo sviluppo dell’economia digitale con la costruzione congiunta della Belt and Road e aderendo al principio di “negoziati congiunti, costruzione congiunta e condivisione” della Belt and Road. Negli ultimi anni, la cooperazione economica digitale tra la Cina e i Paesi e le regioni lungo la Nuova Via della Seta continua ad approfondirsi, sono già stati siglati memorandum d’intesa per la cooperazione sulla Digital Silk Road con diciassette Paesi e sono stati stabiliti meccanismi di cooperazione bilaterale relativi al Silk Road E-commerce con ventisei Paesi. Il rafforzamento della cooperazione pragmatica relativa alla costruzione congiunta della Belt and Road tra Cina e Italia favorisce il dialogo e gli scambi tra i due Paesi in ambito digitale, promuove l’integrazione di regole e standard e porta alla condivisione dei benefici dello sviluppo digitale. (riproduzione riservata)


Chiudi finestra
Accedi