La casa d'investimnti Schroders, una delle più blasonate della city londinese, ha rilasciato un ampio report sull'economia cinese, destinata a essere, con una crescita del 9%, la star anche del 2021. Seciondo David Rees, Senior Emerging Markets Economist la crescita in Cina raggiungerà il +15/20% su base annuale nel primo trimestre del 2021, grazie soprattutto al fatto che i primi tre mesi del 2020 hanno registrato un forte declino, causa lockdown.
Da aprile in poi la crescita dovrebbe decelerare, con l’affievolirsi degli effetti dei propvvedimenti di rilancio varati da Pecvhino. Dopo una crescita stimata al +2,1% su base annuale nel 2020, ci aspettiamo che l’economia cinese crescerà del 9% nel 2021. A ritardare la normalizzazione delle politiche nel breve termine potrebbe essere la deflazione a inizio 2021. «Ci aspettiamo che la solidità della ripresa garantirà un aumento graduale dell’inflazione core nel corso dell’anno. Tuttavia, nel breve periodo il timore della deflazione, in un momento in cui il debito è molto elevato, potrebbe preoccupare autorità e mercati» ha scritto Rees.
Della politica monetaria si sono invece occupati Louisa Lo, head of Greater China Equities, e Jack Lee, fund manager, della stessa banca. I due fund manager prevedono che le autorità cinesi continueranno a dare priorità alla riduzione dei livelli di debito e alla limitazione degli eccessivi livelli di prestiti. Gli investimenti su infrastrutture e property, che hanno contribuito a supportare la crescita nel 2020, si concentreranno soprattutto sulle “nuove infrastrutture” , 5G, data centre, Internet of Things.
«Le abitudini dei consumatori cinesi continueranno a evolversi, con la crescita dei loro redditi. Ciò permetterà una crescita dei consumi nel Paese», hanno previsto i due fund manager, « il posizionamento ancora ridotto degli investitori globali sulle azioni cinesi e le valutazioni ragionevoli rispetto ai peer globali potrebbero incoraggiare ulteriori afflussi nel mercato. A livello di settori, i segmenti più esposti ai temi di crescita di lungo periodo continueranno a sovraperformare». Gli analisti consiogliano l'investimento nei comparti legati all’automazione industriale, veicoli e componenti elettrici, e quelli con catene di approvvigionamento localizzate, ma fanno anche notare che una ripresa globale ampia facilitata dal vaccino dovrebbe supportare i settori ciclici, dove le valutazioni sono ancora contenute rispetto ai settori growth.
A livello geopolitico, l’imminente cambiamento alla leadership a Washington ha implicazioni anche per la Cina. Loo e Lee scrivono che le tensioni probabilmente non si ridurranno sotto l’Amministrazione Biden, dato che è bipartisan l’opinione che la Cina sia un rivale strategico per gli USA. Infatti, l’impatto della strategia anti-Cina di Biden potrebbe addirittura essere ancora più ampio, dato che il suo stile amministrativo potrebbe essere più coordinato e strutturato rispetto a quello del suo predecessore.
Julia Ho, Head of Asian Macro ha concluso il repoprt con alcune previsioni sul mercato finanziario “Le valutazioni dei bond cinesi sembrano attraenti e i fondamentali del Paese solidi. Questi due fattori dovrebbero sostenere sia la domanda che i rendimenti nel 2021. A livello di valutazioni, i ritorni dei bond cinesi onshore offrono livelli attraenti rispetto ai titoli di Stato dei mercati sviluppati. Il bond sovrano cinese a 10 anni ad esempio offre un rendimento del 3,3% circa rispetto all’equivalente USA di 0,8% (a fine novembre)» ha spiegato Ho.
Secondo Ho, la crescita sostenuta del pil cinese combinato con inflazione contenuta, per la debolezza della domanda globale consentirà alla banca centrale la flessibilità nella politica monetaria necessaria a sostenre le piccole aziende. Il renminbi è un altro fattore di supporto per i bond cinesi. «Riteniamo che il dollaro si indebolirà nel lungo periodo a causa degli ampi deficit gemelli (fiscale e delle partite correnti) negli USA e dei programmi illimitati di QE» ha poi concluso. (riproduzione riservata)