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Politica

Che cosa farà Biden con la Cina, se sarà eletto

Il rapporto franco sincero e amichevole del candidato democratico alla presidenza con l'amministrazione cinese che ha caratterizzato il suo passato politico difficilmente potrà essere riproposto negli stessi termini, anche se Sleepy Joe sui dazi...


23/08/2020 13:28

di Antonino D'Anna - Class Editori

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Xi Jinping con Joe Biden a Davos

Donald Trump naturalmente la mette giù dura: se eleggerete Joe Biden, Sleepy Joe, l'Addormentato Joe, come lo chiama, vi troverete in casa un amico delle aziende cinesi e dunque nemico dell'America First che portò Donald alla Casa Bianca nel 2016. Certo è che ai cinesi l'Addormentato piace, tanto che a leggere Wikileaks vengono fuori interessanti considerazioni. Anche se… lasciamo per ora i puntini di sospensione. Cominciamo dai Gifiles, i Global intelligence files, ossia circa 5 milioni di mail che l'azienda di «global intelligence» Stratfor ha scambiato tra il 2014 e il 2011. Il 21 agosto 2011 Stratfor registra un report dell'agenzia stampa cinese Xinhua: l'allora presidente Hu Jintao ha avuto una conversazione «franca, sincera e amichevole».

E ancora: «La visita di Biden in Cina è un ampliamento degli scambi di visite ad alto livello tra i due paesi e un'azione importante per aumentare il consenso tra i capi di stato delle due nazioni (…). Entrambe le parti stanno cercando i mezzi per mantenere la stabilità delle relazioni Cina-Usa». Biden usa parole verso i cinesi quali «ammirazione, congratulazioni, benvenuti». L'Addormentato va lì e, tra le tante cose, offre titoli di Stato.

Ma non è tutto. La visita del 2011 che Biden rende al governo cinese è animata da un altro scopo, ben descritto dal quotidiano economico russo Kommersant: «Biden sarà il primo rappresentante di alto livello dell'amministrazione a passare così tanto tempo con il vicepresidente cinese Xi Jinping. «Stiamo investendo nel futuro delle nostre relazioni', dicono». Già: nel 2011 Xi (o Ping, come sciaguratamente lo chiamò il ministro Luigi Di Maio) è il vice di Hu, a cui succederà nel '12.

Vanno a mangiare in un ristorante del Sichuan, nota maliziosamente il Kommersant che spiega: è la cucina più piccante di tutto l'ex Celeste Impero: «E i colloqui si annunciano piccanti. Si discuterà del fatto che il valore dei titoli di Stato yankee è sceso ad AA+ secondo Standard & Poor's (…). Se Pechino inizierà a scaricare finanziariamente Washington sarà un duro colpo per gli americani. Ma le mani dei cinesi sono legate, perché una vendita in massa di titoli ridurrebbe il loro prezzo e porterebbe alla svalutazione delle riserve cinesi».

Insomma, tienimi che ti tengo: e Biden, quindi, stabilisce i contatti e mantiene questa situazione, visto che Xi dichiara pubblicamente come la Cina abbia fiducia nella resilienza dell'economia americana e ammonisce: i temi commerciali non dovrebbero essere politicizzati.

Anche se l'Addormentato racconterà l'Addormentato nel 2015 a Evan Osnos del New Yorker, ad un certo punto Xi gli ha chiesto: «Ma perché l'America è così attenta ai diritti umani?» Risposta: «Perché nessun presidente americano potrebbe rappresentare l'America se non fosse attento ai diritti umani. Se non capite questo, non potete avere a che fare con noi», ha risposto lui.

E ha aggiunto: «Il presidente Obama non potrebbe restare al suo posto se non parlasse di diritti umani. Così guardate a questo punto come ad un imperativo politico. Non ci rende migliori o peggiori, è quello che ci rende americani. Voi prendete le vostre decisioni, noi prenderemo le nostre». Come a dire: sì, noi predichiamo ma poi vedetevela come meglio credete.

Questo era il mondo del 2011. La Cina del 2021 con cui il potenziale presidente Biden dovrà trattare è diversa.

È più forte sul piano economico e Xi ha una leadership più marcata. Osserva il Los Angeles Times che, visti i problemi economici e l'emergenza Covid, all'Addormentato non converrà fare l'amicone come dieci anni prima ma neanche il bullo come Trump. Sleepy Joe resterà saldo sui temi di sicurezza internazionale, anche se non sulle radici ideologiche dell'eventuale predecessore; l'ala più a sinistra dei democratici non ama il concetto di free trade e paradossalmente è più vicina al protezionismo trumpiano (altro freno a mano tirato).

Seppure contrario ai dazi contro la Cina, Biden potrebbe lasciarli in vigore per mettere pressione su Pechino. Insomma, potrebbe continuare sulla linea dell'eventuale predecessore ma senza gli eccessi verbali di The Donald. Un Trump dal volto umano, sotto questo aspetto. Chissà che cosa ne pensa Xi. © Riproduzione riservata


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