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Politica

Cina, il numero di cellulare chiave del tracking anti-Covid

Il tracciamento poggia le sue basi su centri di raccolta dati pubblici, come a Shanghai, che interagiscono con le persone attraverso il cellulare attivando il cosiddetto codice verde. La raccolta dati è stata anche resa possibile dall'enorme diffusione di internet, che ha quasi un miliardo di utenti, e sull'esperienza delle piattaforme di e-commerce


27/10/2020 10:46

di Marco Leporati*

settimanale
La schermata con il codice verde che appare sullo smartphone

Il prossimo mese di novembre sarà per la Cina un mese di verifiche e di programmi che ricordano le diverse prove degli eroi durante le varie dinastie, Le sfide riguardano  le linee guida  del 14° Piano quinquennale che emergeranno dall’Assemblea del Popolo, in corso in questi giorni, la terza edizione della CIIE, China International Import exhibition, l'inioziativa voluta da Xi Jinping per sottolineare l'apertura cinese ai mercati inyternazionali, i risultati elettorali americani ed infine la lotta al Covid.

Sinovac Biochem, una delle aziende cinesi impegnate nella produzione del vaccino anticovid, ha annunciato che entro l’anno saranno disponibili 610 milioni di dosi.

Se “la casa brucia” come denunciava pubblicamente  l’autunno scorso Greta Thunberg, la giovane ambientalista, dalla tribuna del Palazzo delle Nazioni Unite in occasione dell’apertura dell’Assemblea Generale, in Cina, almeno per quanto riguarda la pandemia, il fenomeno è circoscritto mentre nel resto del mondo il “come fare” prevale sul “cosa fare”.

 Ed è prorprio sul come fare che le metodologie cinesi utilizzate per il controllo e il tracciamento hanno avuto successo grazie sostanzialmente alla correlazione dei dati con il numero di cellulare.

Infatti il famoso “codice verde“ o Green code che, a seconda della situazione soggettiva od oggettiva può mutare in giallo o rosso, deriva semplicemente dalle informazioni che sono presenti nei centri di raccolta dati: a Shanghai è totale responsabilità di Shanghai Big Data Center ovvero, come compare sullo screen del proprio smartphone “Citizen Homepage of Governement online-offline”.

La struttura di questa raccolta dati poggia le sue fondamenta costruite negli anni passati su Alipay e Wechat. Poichè Internet ha acquisito in Cina 940 milioni di utenti, appare ovvio che la transmigrazione dei dati è un fatto relativamente consequenziale.

La ricetta sta tutta nella multifunzionalità dello smarphone che ha assunto la connotazione di un innesto alieno nel corpo umano con la conseguenza che “ l’universo digitale identifica ora la mente umana con l’elaborazione di un computer “.( Douglas Rushkoff – Presente continuo pag 83)

L'applicazione cinese distingue tra situazione soggettiva ed oggettiva della persona. Se una persona si sposta in una zona considerata a rischio più o meno grave, segnalate con colore giallo o rosso (gravità estrema), la app lo segnala sul display.

La stessa persona, attraverso l’esito del test acido nucleico, può risultare positiva ancorchè asintomatica. A tal proposito si stanno affinando anche le tecnicalità dei test  e  sta prendendo piede il protocollo che prevede di analizzare un gruppo affine di dieci persone; se all’interno di esso uno risulta positivo le dieci persone vengono isolate individualmente e sono sottoposte a test successivi sino ad indentificare il portatore originale. Non vi è variazione del codice se una persona ha febbre elevata per cause diverse ma è risultata negativa al test.

Possiamo quindi sostenere che la diffusione di massa degli strumenti di pagamento ha permesso negli scorsi anni di creare un database che oggi può essere utilizzato per la prevenzione ed il controllo dell’epidemia come sta avvenendo anche il Giappone e Corea del Sud.

L’e-commerce viene visto, in genere, come metà finale per le vendite elogiandone giustamente le potenzialità ma si dimentica la funzione accessoria nella creazione dei database.

Bisogna altresì riconoscere che, come si è potuto vedere da filmati e foto pubblicate in occasione delle vacanze di ottobre in Cina, l’uso della mascherina non è diventato obbligatorio ed ancora adesso nei luoghi pubblici viene usata di rado ad eccezione del personale di servizio. Negli ospedali e nelle strutture sanitarie in genere le regole sono ferree.

Da un punto di vista comportamentale potrebbe apparire come un segnale di “scampato pericolo” ma per esempio, dopo quanto è avvenuto a Qingdao nello scorso fine settimana si sono avuto oltre cento casi nella sperduta provincia dello Xingjiang a Kasghar, citta estrema ed enclave dell’antica Via della seta. Immediatamente sono scattatti i test per  oltre quattro milioni di abitanti di cui ne sono già stati effettuati oltre la metà considerando che è la prima volta che viene colpita una vasta area rurale.  Qualche commento su Weibo, il social cinese, ha invocato immediatamente il lockdown.

Spesso sulla stampa occidentale si scrive che questo modello trova la propria genesi nella pietas filiale di confuciana memoria: ciò può essere vero ma non giustifica totalmente il comportamento del consesso sociale. Infatti nella dottrina filosofica di Confucio molte pagine sono dedicate soprattutto al comportamento etico e pratico dei governanti quale caposaldo della dottrina stessa ma è nella natura stessa che si ritrova in Cina e più in generale in Asia un modello di difficile comprensione per noi occidentali che veniamo da una tradizione illuministico liberale. (riproduzione riservata)

 *managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni 


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