Le esportazioni cinesi sono rimaste sorprendentemente solide a luglio, sfidando ancora una volta le previsioni di un indebolimento della domanda globale di prodotti del Paese asiatico.
Le spedizioni cinesi verso il resto del mondo sono salite a 332,9 miliardi di dollari a luglio, con un incremento del 18% a livello annuale.
Il dato ha battuto la previsione mediana di una crescita del 15,6% formulata dagli economisti intervistati dal Wall Street Journal. Il tasso di crescita su base annua di luglio rappresenta un'accelerazione rispetto al 17,9% di giugno.
Il forte aumento delle esportazioni riflette una rapida attenuazione delle interruzioni della catena di approvvigionamento causate dal Covid, in quanto i lavoratori delle fabbriche e dei porti cinesi hanno recuperato gli ordini arretrati.
Le esportazioni verso l'Unione Europea e gli Stati Uniti, rispettivamente il secondo e il terzo partner commerciale della Cina, sono aumentate a luglio rispettivamente del 23,1% e dell'11% a livello annuale.
Anche le spedizioni verso la Russia sono aumentate, con un incremento del 22% anno su anno.
Ci sono però anche segnali di cautela. Le importazioni della seconda economia mondiale sono rimaste contenute a luglio, con un aumento del 2,3% a livello annuale, a 231,69 miliardi di dollari. Il dato è in accelerazione rispetto all'incremento dell'1% su base annua registrato a giugno, ma ha deluso il consenso degli economisti che si aspettavano un'espansione del 3,8% sull'anno.
I dati hanno spinto il surplus commerciale complessivo di Pechino a 101,26 miliardi di dollari a luglio, rispetto ai 97,9 mld usd di giugno, offrendo un'ulteriore prova del fatto che la ripresa cinese rimane altamente disomogenea, caratterizzata da una domanda interna costantemente fiacca. (riproduzione riservata)