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Politica

Cina, la banca centrale stimola il credito alle imprese

Dal 15 maggio le banche minori, specialmente le casse rurali, avranno a disposizione circa 42 miliardi di dollari di liquidità in più da erogare al sistema produttivo. Intanto in marzo le maggiori imprese industriali segnano un aumento netto degli utili che compensa la caduta di gennaio e febbraio


06/05/2019 12:05

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

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Yi Gang, dallo scorso marzo governatore della Banca centrale cinese

La Banca centrale cinese ha fatto una nuova mossa significativa per stimolare la crescita economica. Questa volta, dopo essere ripetutamente intervenuta per migkiorare le condizioni di credito in particolare alle Pmi, la Pboc ha deciso di ridurre dal prossimo 15 maggio il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche di piccole e medie dimensioni per stimolare l'erogazione di prestiti alle imprese private.

Con questa mossa gli analisti calcolano che verranno liberati quasi 42 miliardi di dollari, che andranno a rimpolpare la liquidità del sistema bancario da erogare all'economia. 

L'Istituto non ha specificato l'ammontare del taglio del coefficiente ma ha puntualizzato che il ratio potrà scendere fino all'8% e che potranno beneficiarne circa 1.000 banche commerciali rurali.

In base ai dati della PBoC, il coefficiente per le banche di piccole e medie dimensioni alla fine dello scorso anno era pari all'11,5%.

È probabile che la Cina rafforzerà gli stimoli se le tensioni commerciali con gli Stati Uniti dovessero accentuarsi nuovamente, affermano gli economisti di Ubs, i quali prevedono per Pechino un ritorno verso l'allentamento monetario a scapito delle misure di stabilizzazione economica.

Per gli analisti ulteriori misure di stimolo potrebbero includere una maggiore spesa in infrastrutture, un continuo allentamento del credito, un atteggiamento meno restrittivo sul settore immobiliare e altri tagli al coefficiente di riserve obbligatoria delle banche.

Nel frattempo, sul fronte macroeconomico, il Pmi servizi Caixin e' salito leggermente ad aprile, in contrasto rispetto a quanto emerso dalla lettura ufficiale di Pechino, in contrazione rispetto al mese precedente. L'indice è cresciuto a 54,5 punti da quota 54,4 di marzo, mentre quello ufficiale è scesa da 54,8 a 54,3 punti.

«In generale, l'economia cinese ha mostrato una buona tenuta ad aprile, soprattutto nel settore dei servizi», puntualizza Zhengsheng Zhong, direttore dell'analisi macroeconomica di Cebm Group. Tuttavia, fa notare l'analista, i costi in tutto il settore dei servizi sono rimasti relativamente elevati, limitando il potenziale di crescita degli utili delle società. Inoltre la fiducia delle imprese non si è ripresa.

D'altra parte dalla Cina arrivano segnali contrastanti sulla tenuta dell'economia. In marzo per esempio l'ufficio nazionale di statistica ha certificato che le maggiori imprese industriali hanno segnato una crescita su base annua del 13,9% degli utili, che è andata a compensare la caduta del 14% che si era verificata nei primi due mesi di quest'anno. 

 

In valori assolutop i profitti in marzo hanno toccato 88 miliardi di dollari, e nei primi tre mesi la soglia di 187 miliardi di dollari. Secondo la stessa fonte, il rimbalzo nella performance delle imprese in marzo è dovuta alla crescita dellaproduzione e delle vendite. Il valore aggiunto in marzo ha segnato un + 8,5%, il 3,2 % in più del bimestre precedente.

Il dato interessante è che a fronte di costi di produzione sostanzialmente stabili o in leggera crescita (+0,4%), il margine operativo delel stesse imprese e cresciuto del 13,7%. 

 

La performance è stata in parte dovuta a un minor carico fiscale sul valore aggiunto, e dalpunto di vista dei ricavi, dal calendario favorevole grazie ai festival di primavera che stimolano i consumi.


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